Siria, intesa Russia-Turchia per il cessate il fuoco. Putin e Trump verso raid congiunti?
Russia, Turchia e Iran hanno raggiunto un accordo sul monitoraggio del cessate-il-fuoco in Siria durante i negoziati in corso ad Astana, la capitale del Kazkistan. Dagli Usa, assenti all'incontro, un'apertura verso Mosca
ASTANA - Russia, Turchia e Iran hanno raggiunto un accordo sul monitoraggio del cessate-il-fuoco in Siria durante i negoziati in corso ad Astana, la capitale del Kazkistan. «Turchia, Russia e Iran hanno raggiunto un accordo per la creazione di un meccanismo trilaterale per il monitoraggio del cessate il fuoco in Siria». Lo hanno riferito fonti diplomatiche, citate dalla stampa russa e turca. L'agenzia Anadolu ha riferito oggi che il meccanismo trilaterale permetterà ai tre Paesi di rispondere immediatamente alle segnalazioni su eventuali violazioni del cessate il fuoco, utilizzando «la loro influenza» per porre fine agli attacchi.
Vicini a una dichiarazione finale
Anadolu ha spiegato inoltre che l'accordo è parte di un articolo della prevista dichiarazione finale, ancora in fase di elaborazione della sua versione definitiva, che sarà rilasciata in giornata. I negoziati in corso ad Astana, sono vicini a una «dichiarazione finale» secondo l'inviato delle Nazioni Unite, Staffan de Mistura, mediatore dei negoziati. «Ci sono discussioni molto intense perché non si tratta di un documento, si tratta di una cessazione delle ostilità, che significa vita per i siriani», ha aggiunto.
Verso raid congiunti Usa-Russia?
Le parole ottimiste di De Mistura arrivano dopo una prima giornata che non ha portato a molti risultati e durante la quale le parti in causa hanno dovuto far i conti con la nuova politica del presidente americano neo insediato: Trump non ha escluso una possibile collaborazione con la Russia contro l'Isis. Nel giorno di avvio dei negoziati di pace sulla Siria ad Astana, Donald Trump ha infatti aperto alla possibilità di operazioni congiunte con la Russia in chiave anti-Isis in Siria. Una circostanza, ammessa dal portavoce del nuovo presidente Usa, che conferma le prove di dialogo tra la nuova amministrazione statunitense e Vladimir Putin, sebbene pochi minuti prima il Pentagono si fosse affrettato a smentire la notizia trapelata da Mosca di un'operazione coordinata contro obiettivi dell'Isis nell'area di Aleppo.
Interesse condiviso
In un briefing con i giornalisti, infatti, il nuovo portavoce della Casa Bianca Sean Spicer non ha negato che Russia e Stati Uniti abbiano già collaborato, accreditando di fatto la versione della controparte russa. «Se c'è una possibilità di combattere lo Stato Islamico con qualsiasi paese, sia esso la Russia o un altro, con il quale condividiamo un interesse nazionale sulla questione, (allora) naturalmente siamo pronti», ha detto Spicer.
Bilancio
Una prima giornata dei negoziati che si è conclusa con un sostanziale nulla di fatto, sebbene non sia escluso che le aperture tra Mosca e Washington possano accelerare gli eventi e indirizzare le riunioni di domani, giornata in cui è atteso il documento finale degli incontri. In ogni caso, il portavoce della delegazione dei ribelli, Yehya al Aridi, ha spiegato che gli incontri odierni sono stati «lunghi e produttivi», aggiungendo che «approfondite» discussioni con l'inviato di Mosca hanno avuto luogo anche su «problemi politici». «Perché il cessate il fuoco sia mantenuto, perché lo spargimento di sangue sia fermato, perché le truppe straniere e le milizie lascino il territorio siriano, faremo tutto ciò che va fatto, tutto ciò che può essere fatto», ha commentato al Aridi.
Soluzione politica onnicomprensiva
La delegazione di Damasco, da parte sua, ha chiesto una soluzione politica «onnicomprensiva» per il conflitto che ha fatto oltre 310.000 vittime e milioni di sfollati. Il capo del team inviato da Bashar al Assad, l'ambasciatore siriano all'Onu Bashar al Jaafari, ha manifestato la volontà della sua parte di «rafforzare la cessazione delle ostilità», confermando che il governo siriano intende distinguere i ribelli dai jihadisti dello Stato islamico e dai militanti di Fateh al Sham, l'ex fronte al Nusra affiliato ad al Qaida.
Ottimismo
L'inviato russo in Kazakistan, Alexander Lavrentyev, da parte sua, si è detto ottimista sul buon esito dei lavori ed ha annunciato che la dichiarazione finale di Astana verterà sul controllo del cessate il fuoco in Siria da parte dei tre Paesi garanti. «La questione non implica un meccanismo a tre livelli, ma un formato tripartito di lavoro per il monitoraggio dle cessate il fuoco, delle testimonianze delle violazioni e per la prevenzione di una loro replica in futuro», ha sottolineato.
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