28 marzo 2024
Aggiornato 22:30
Immigrazione

Dalla Francia un «manifesto anti-Macron» per accogliere i migranti

L'appello di 150 personalità tra tra artisti, attivisti, sindacalisti e personalità della società civile contro «le idee di estrema destra del governo»

Il presidente francese Emmanuel Macron
Il presidente francese Emmanuel Macron Foto: ANSA/ETTORE FERRARI ANSA

FRANCIA - «In tutta Europa avanza l'estrema destra. La passione per l'uguaglianza è soppiantata dall'ossessione per l'identità. La paura di non essere più a casa propria ha la meglio sulla possibilità di vivere insieme. Ordine e autorità schiacciano la responsabilità e la condivisione. L'egoismo viene prima dello spirito pubblico. E' tornato il tempo dei capri espiatori», si legge nel testo pubblicato da Regards, Politis e Médiapart all'indomani della nuova crisi scoppiata tra i paesi europei sull'accoglienza di 58 migranti tratti in salvo dalla nave umanitaria Aquarius.  Il testo, firmato dagli scrittori Annie Ernaux e Patrick Chamoiseau, dai comici Yassine Belattar e Guillaume Meurice, dalle attrici Romane Bohringer e Josiane Balasko, dall'attivista Cédric Herrou e dall'economista Thomas Piketty, ha già raccolto oltre 4.000 firme sul sito di change.org a metà giornata.

L'attacco a Macron
«È un'illusione pensare che si possa contenere e quindi interrompere i flussi migratori. Puntando a farlo, non si farà altro che peggiorare la situazione», hanno scritto i firmatari , che hanno quindi lanciato un appello per la libertà di circolazione. «Nei prossimi decenni, la migrazione aumenterà, volontaria o forzata» e «i rifugiati mossi da guerre e catastrofi climatiche saranno più numerori», prosegue il testo. «Che vogliamo fare? Continuare a chiudere i confini e lasciare che i più poveri accoglino i molto poveri? È moralmente indegno e stupido». 

«Idee di estrema destra che tentano una parte della sinistra»
I firmatari hanno quindi sottolineato che «non bisogna fare alcuna concessione alle idee, che l'estrema destra ha imposto, che la destra troppo spesso sostiene e che tentano anche una parte della sinistra: non è la forza lavoro immigrata a pesare sulla spesa salariale, ma la regola sempre più universale della competitività, della redditività, della precarietà».

«La migrazione non è un male»
«La migrazione è un male solo nelle società che voltano le spalle alla condivisione» hanno concluso i firmatari «la libertà di movimento e l'uguaglianza dei diritti sociali per gli immigrati nei paesi ospitanti sono diritti fondamentali dell'umanità. Non faremo all'estrema destra il regalo di credere che ponga buone domande. Noi respingiamo le sue domande, insieme alle sue risposte».