Turchia-Ue, l'alleanza scricchiola. E spunta il retroscena shock sul patto sui migranti
Le parole concilianti di Angela Merkel non hanno posto un argine alla crisi tra Ue e Turchia. Mentre spunta una rivelazione shock sull'accordo da lei negoziato sui migranti
BERLINO - L'impressione è che i già traballanti rapporti tra l'Unione europea e la Turchia dell'inguardabile «sultano» Tayyp Recep Erdogan si stiano sbriciolando giorno dopo giorno. Nonostante i clamorosi tentativi di Angela Merkel di conservare il «rapporto d'amicizia» con il fedele alleato dell'Occidente, soprattutto perché, inutile dirlo, il presidente turco ha il coltello dalla parte del manico. Quel patto sui migranti negoziato lo scorso anno gli ha consegnato l'Europa in pugno, perché lo ha reso di fatto il «rubinetto regolatore» dei flussi nell'area balcanica.
Le preoccupazioni di Frau Merkel
Tuttavia, i colleghi europei non sembrano tenere più in gran conto le preoccupazioni della Cancelliera. O perlomeno, cominciano a scalpitare, percependo il disagio di dover permettere che gli uomini del sultano facciano comizi sul suolo europeo su una riforma che sbalzerà la Turchia indietro di decenni, e che mette chiaramente la democrazia a rischio.
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Il no olandese
Così, il «no» olandese all'atterraggio del ministro degli Esteri turco Un 'no' all'atterraggio del ministro degli Esteri turco in Olanda ha scatenato uno scontro aperto, dopo giorni di tensioni, tra la Turchia e i Paesi Bassi. In un serratissimo botta e risposta Ankara ha prima minacciato "pesanti sanzioni" se a Mevlut Cavusoglu non fosse stato permesso di partecipare a un comizio pro-Erdogan a Rotterdam. A questo è seguito il no all'atterraggio al capo della diplomazia turca da parte dell'Olanda. A ruota, il presidente Recep Erdogan ha sparato a zero minacciando ritorsioni.
Le accuse di Erdogan
«Sono vestigia del nazismo, sono fascisti», ha tuonato. «Impedite pure al nostro ministro degli Esteri di volare, ma da ora in poi vediamo come atterreranno i vostri voli in Turchia. Chiaramente sto parlando dei vostri diplomatici e non dei cittadini olandesi», ha detto Erdogan a una manifestazione a Istanbul, alzando ulteriormente il livello della crisi. Crisi che arriva a pochi giorni dalle elezioni legislative olandesi, la cui campagna elettorale è stata giocata molto sui temi dell'islam e dell'immigrazione.
Danimarca e Francia
Quindi, è stata la volta della Danimarca: il primo ministro danese Lars Lokke Rasmussen ha «proposto» al suo omologo turco Binali Yildirim di rimandare una visita in Danimarca prevista per fine marzo a causa dell'«escalation» tra Ankara e l'Olanda. «Una tale visita non potrebbe tenersi facendo finta che non vi siano gli attacchi attuali della Turchia contro i Paesi Bassi. Ho quindi proposto al mio collega turco di rimandare il nostro incontro», ha detto il capo del governo di Copenaghen secondo un comunicato. Intanto in Francia, Marine Le Pen del Front National ha attaccato il Governo del suo Paese per l'improvvida disponibilità dimostrata alle richieste turche: «Perchè dovremmo tollerare sul nostro suolo discorsi che altre democrazie rifiutano? Niente campagna elettorale turca in Francia». Così la Le Pen ha commenta su Twitter l’autorizzazione concessa al ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ad intervenire in pubblico a Metz, dopo che l’Olanda ha vietato una simile manifestazione a Rotterdam.
La rivelazione sull'accordo sui migranti
A tale scenario già colmo di tensione si aggiunge, oltretutto la rivelazione di Die Welt in merito al controverso accordo sui migranti tra Ue e Turchia. Secondo il quotidiano tedesco, a differenza di quanto finora noto, inftti, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il premier olandese Mark Rutte avrebbero fatto alla Turchia delle promesse concrete, con tanto di numeri, sui contingenti di profughi siriani: Merkel e Rutte avrebbero promesso di accogliere annualmente tra i 150.000 e i 250.000 profughi direttamente dalla Turchia.
La ricostruzione
La «promessa» sarebbe stata avanzata la sera del 6 marzo 2016, alla vigilia del vertice Ue, nel corso di un incontro presso la rappresentanza turca a Bruxelles tra la cancelliera e l'allora premier turco Ahmet Davutoglu. All'epoca l'Olanda deteneva la presidenza semestrale dell'Unione europea.
Proposta a sorpresa
All'indomani il piano concordato da Merkel, Davutoglu e Rutte venne presentato al consiglio Ue come una proposta a sorpresa della Turchia. I capi di stato e di governo lo approvarono poi nel documento conclusivo del vertice come un piano di «accoglienza volontaria per ragioni umanitarie». Nel testo i numeri non vennero messi nero su bianco, ma i tre capi dell'esecutivo si intesero con un Gentlemen's Agreement su una quota compresa tra 150.000 e 250.000 persone, come testimoniano diverse persone coinvolte nelle trattative. Oggi, quegli stessi Paesi, Germania e Olanda, entrambi accusati di un ritorno al nazismo dal sultano ed entrambi con una tornata elettorale alle porte, sembrano reagire in modo differente: Berlino, che pure ha difeso la decisione delle autorità tedesche di vietare in comizi, con moderate parole di apertura; l'Aja con una forte presa di posizione. Dall'altro lato, la Francia sembra disposta a offrire il suo suolo per la propaganda di Erdogan, provocando le ire della candidata del Front National Marine Le Pen. Anche sui rapporti con la Turchia, insomma, l'Europa si mostra indebitamente divisa e debole.
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