18 agosto 2025
Aggiornato 07:00
Perché proprio in Kazakistan?

Siria, ad Astana si discuterà la pace. Con Mosca protagonista, e gli Usa di Trump invitati

Gli Usa di Donald Trump sono stati invitati ai negoziati organizzati da Russia e Turchia ad Astana, in Kazakistan. Un luogo simbolico del protagonismo delle due potenze, e che potrebbe segnare una svolta per la Siria

Il presidente russo Vladimir Putin.
Il presidente russo Vladimir Putin. Foto: Shutterstock

ASTANA - Anche gli Stati uniti potranno partecipare ai negoziati di pace per la Siria, che avranno inizio lunedì prossimo ad Astana, in Kazakistan. Ovviamente, gli Stati Uniti di Donald Trump. A rompere gli indugi è stato oggi il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, il cui Paese promuove i colloqui assieme a Turchia e Iran. «Sono già stati invitati», ha confermato il capo della diplomazia di Mosca, alludendo alla controparte americana a conferma, di fatto, della volontà russa di rilanciare velocemente la collaborazione con gli Usa dopo l'insediamento del tycoon alla Casa Bianca, e dopo il fallimento di ogni tentativo diplomatico compiuto con l'amministrazione Obama. Ieri l'Iran si era detto «ostile» alla presenza Statunitense ai negoziati, ritenendo in questa più dannoso che utile allargare il formato ristretto previsto in origine.

La partecipazione di tutte le parti in causa
Ad ogni modo, i negoziati vedranno la partecipazione di tutte le parti in causa nella guerra civile che da sei anni insanguina la Siria, con pochissime eccezioni: i jihadisti del Gruppo dello Stato islamico e di Fateh al Sham (ex Jabhat Al Nusra), esclusi a priori; il movimento islamista Ahrar al-Sham, («Liberi della Grande Siria»), che era stato invitato e che ha annunciato ieri la sua defezione. Un'assenza motivata con «il mancato rispetto del cessate il fuoco» in vigore in Siria e con i continui raid dell'aviazione russa, principale alleato del regime di Damasco.

I ribelli
La delegazione dei ribelli sarà guidata da Mohammed Alloush, leader del gruppo Jaysh al Islam. Negli ultimi giorni, Alloush ha ribadito che i gruppi ribelli parteciperanno ai colloqui di pace «per annullare il ruolo criminale dell'Iran nel conflitto siriano» e «avviare il processo per mettere fine allo spargimento di sangue ad opera del regime e dei suoi alleati». Il team governativo sarà invece guidato dall'ambasciatore siriano alle Nazioni unite, Bashar al Jaafari. 

L'Onu
La squadra dell'Onu farà capo all'inviato speciale per la Siria, Staffan De Mistura. La sua partecipazione è stata confermata dal segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, auspicando che l'incontro di Astana «sia un passo positivo, in vista della ripresa dei negoziati intra-siriani a Ginevra». Questi ultimi dovrebbero precedere un'ulteriore conferenza che l'Alto rappresentante Ue per la Politica estera e di Sicurezza, Federica Mogherini, intende organizzare per la prossima primavera allo scopo di «voltare pagina, avviare la transizione politica, il processo di riconciliazione e ricostruzione».

Assad
Da parte sua, il presidente Bashar al Assad ha precisato in un'intervista alla televisione giapponese Tbs che la riunione di Astana sarà dedicata principalmente al «cessate il fuoco», in modo da «proteggere la vita della gente» e «permettere la consegna di aiuti nelle diverse regioni della Siria». «Crediamo che la conferenza sarà simile a un negoziato tra il governo e i gruppi terroristici al fine di raggiungere un cessate il fuoco e permettere a questi gruppi di unirsi agli accordi di riconciliazione» nel Paese, ha commentato il capo dello Stato.

Perché proprio in Kazakistan?
La scelta di Astana non è affatto casuale. La capitale del Kazakistan, Paese ex sovietico e vicino a Mosca, il 20% della popolazione è di nazionalità russa. Storicamente, fu proprio dal Kazakistan che, mille anni fa, partirono i turchi per arrivare all'odierna Turchia, e dar vita a quel mondo politico e culturale poi culminato nell'Impero ottomano. La scelta di Astana, insomma, sembra fortemente simbolica per entrambe le potenze che presiederanno i colloqui: Russia da un lato e Turchia dall'altro. Entrambe, porteranno sul tavolo i propri interessi: nel caso della Russia, rafforzare la propria influenza sulla coalizione pro-Assad; per la Turchia, assicurarsi di scongiurare il rischio che i curdi siriani riescano a perseguire i propri sogni indipendentisti nel Nord del Paese. Le due potenze sono riuscite a portare intorno a un tavolo regime e opposizione, che pure, fortemente eterogenea e disorganizzata, rischia di perdere credibilità e, dunque, potere negoziale. E l'assenza dei suoi sponsor arabi del Golfo potrebbe preludere a sviluppi che renderebbero i negoziati di Astana molto più importanti di quelli di Ginevra. 

I nodi da sciogliere, la vittoria della Russia
Numerosi, tuttavia, restano i nodi da sciogliere: soprattutto sul futuro di Assad, che dovrebbe rimanere in carica per altri 4 anni. Non si sa se, in quel lasso di tempo, riuscirà a sradicare terrorismo e oppositori, e a pacificare il Paese. Mosca e Teheran vorrebbero riportare la Siria a condizioni pre-2011, con gruppi di manifestanti disarmati che chiedevano solo la fine delle leggi emergenziali, la liberazione dei prigionieri politici e una più equa ripartizione dei redditi. Di certo, a livello geopolitico globale, ciò che emerge è la vittoria - diplomatica e militare - della Russia, che è oggi la vera protagonista dei colloqui di pace. 

Sul terreno
Intanto, sul terreno, dopo qualche giorno di calma, sono ripresi gli scontri attorno a Damasco. L'esercito siriano e i suoi alleati stanno stringendo d'assedio la regione di Wadi Barada, ritenuta strategica per la fornitura di risorse idriche alla capitale. Una fonte militare siriana ha confermato che le forze governative stanno proseguendo i loro sforzi per ottenere, senza un'operazione militare di grande respiro, la partenza degli uomini armati di Ain al Fijeh «in modo da evitare ulteriori danni» in questo settore. «Gli uomini armati sono circondati e non hanno altra scelta che accettare un accordo o proseguire l'operazione militare. Noi preferiamo la prima soluzione in modo che il nostro personale possa entrare rapidamente e riparare i danni».