Immigrazione, Frau Merkel si accorge dei rischi del multiculturalismo. A ridosso delle elezioni
Proprio a ridosso di elezioni importanti, la Cancelliera Angela Merkel sembra essersi accorta dei limiti e dei rischi del multiculturalismo. E sta pensando di cambiare (parzialmente) rotta
BERLINO - Sarà forse perché ha percepito il progressivo alienarsi delle simpatie del popolo; sarà perché si avvicinano a grandi passi importantissimi appuntamenti elettorali che determineranno l'esito della sua carriera politica, ma Angela Merkel, in questo caldo agosto, sta cominciando a fare la voce grossa su alcuni temi legati all'argomento più scottante per la Germania: l'immigrazione. Intendiamoci: non che la Cancelliera intenda fare dietrofront sulla sua politica migratoria delle porte aperte: tutt'altro. Addirittura, il ministro dell'Interno Thomas De Maziere ha promesso al suo omologo italiano Angelino Alfano la relocation, dall'Italia in Germania, di diverse centinaia di profughi, per dare il buon esempio al resto d'Europa. Come se Berlino - verrebbe da dire - non avesse già abbastanza immigrati.
La questione della doppia cittadinanza per i turchi tedeschi
Tuttavia, anche il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine nota come la proverbiale cultura del multiculturalismo tedesco stia cominciando a dare segnali di cedimento. Il riferimento è alla proposta avanzata dalla Csu, gli alleati bavaresi di Angela Merkel, di revocare la doppia cittadinanza ai turchi tedeschi, chiedendo loro di scegliere soltanto una delle due nazionalità. In pratica, nonostante la legge tedesca preveda per gli immigrati il diritto alla doppia cittadinanza, presto si potrà essere o tedeschi o turchi, non entrambi insieme. Proposta che la Cancelliera pare intenzionata ad avallare, probabilmente consapevole della costante crescita nei sondaggi dell'estrema destra tedesca, che su queti temi costruisce la sua fortuna. Così, Frau Merkel in persona ha chiesto ai tedeschi di origine turca di dimostrare fedeltà ai valori democratici della Repubblica Federale Tedesca. In un'intervista al quotidiano «Ruhr Nachrichten», la cancelliera tedesca ha detto di «aspettarsi che coloro che già da lungo tempo vivono in Germania abbiano sviluppato un consistente bagaglio di fedeltà al nostro Paese».
Quegli informatori turchi...
Le parole della Cancelliera arrivano, per la precisione, dopo una serrata polemica sul diritto dei turchi filo-Erdogan a manifestare in Germania e dopo gli scontri avvenuti in alcune città fra turchi di diversa opinione politica. Ma sono anche una risposta a quanto rivelato due giorni fa dall'edizione domenicale della Welt: in Germania, cioè, ci sarebbe un «esercito di informatori turchi più numeroso di quelli della Stasi». Esercito che, a differenza di quanto avviene solitamente, non avrebbero lo scopo di carpire segreti politici, militari o industriali del Paese ospitante, ma piuttosto quello di spiare i loro concittadini: ogni delatore riesce a passare al pettine circa 500 persone turche o di origine turca.
Repressione
Un sistema che «non assomiglia più tanto a ricognizioni di intelligence, quanto piuttosto a una crescente repressione ad opera dei servizi», ha spiegato alla Welt l'esperto Erich Schmidt-Eenbom, «persino alla Stasi non era riuscito di infiltrare nell'allora Germania dell'Ovest un così alto numero di agenti». Una questione che potrebbe rivelarsi esplosiva, a maggior ragione a ridosso delle elezioni.
Il parziale divieto del burqa
Altro segnale del parziale cambio di direzione della Cancelliera, l'accordo dei ministri Cdu-Csu sull'opportunità di vietare il burqa. Il ministro dell'Interno federale tedesco ha infatti recentemente annunciato in tv che i suoi omologhi regionali dell'Unione cristiano-democratica e sociale vogliono imporre un divieto «parziale» del burqa in alcuni settori della vita pubblica in Germania. Lo stop riguarderebbe anche altri veli islamici che coprono il volto delle donne. Anche in questo caso, un provvedimento non sgradito alla Cancelliera, che aveva definito il burqa «un ostacolo all'integrazione».
Tra multiculturalismo e assimilazione
Provvedimenti che sembrano in certa misura stonare con la politica delle porte aperte adottata dalla Cancelliera, e mai rinnegata neppure nei momenti più difficili: come dopo lo stupro di massa perpetrato da immigrati a Capodanno a Colonia, o dopo l'ondata di attentati di quest'estate. Tradizionalmente, la Germania ha sempre optato per un multiculturalismo «distaccato», che rifuggiva dalla tentazione di «assorbire» il diverso, assimilandolo totalmente nella società ospitante. Una prospettiva che si è andata modificando nell'ultimo decennio, e che oggi Frau Merkel pare determinata a rovesciare. Proprio in corrispondenza delle elezioni.
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