28 agosto 2025
Aggiornato 07:00
Leader estrema destra Hofer contro il verde Van der Bellen

Elezioni Austria, il pistolero anti-immigrati Hofer vs il «fascista verde» Van Der Bellen

Il pistolero gentile oppure l'austero professore in pensione. E' fra queste due insolite figure, opposte tra loro, che gli austriaci sono chiamati a scegliere il nuovo presidente

VIENNA - Il pistolero gentile oppure l'austero professore in pensione. E' fra queste due insolite figure, quasi opposte fra loro e così diverse dalla consueta immagine dell'uomo politico austriaco, che gli elettori dovranno scegliere il loro presidente. Gli ultimi sondaggi, oltre a prevedere un alto tasso di astensione - che rispecchia lo sconcerto e la sorpresa di un elettorato abituato finora a scegliere solo tra i due grandi partiti tradizionali, popolari da un lato e socialdemocratici dall'altro - indicano quasi un testa a testa fra il rappresentante dell'estrema destra Norbert Hofer e l'ex leader dei Verdi, Alexander van der Bellen, i due sfidanti, che incarnano due culture politiche, due generazioni e due temperamenti opposti, che hanno polarizzato la società austriaca come mai in precedenza, in un contesto di inedita incertezza della situazione sociale ed economica, dovuta alla crisi dei migranti e all'aumento della disoccupazione.

Hofer, l'uomo della destra anti-immigrati
Ingegnere aeronautico di formazione, Norbert Hofer, 45 anni, si presenta agli elettori come il «volto nuovo», quello di un uomo politico «onesto e competente», con venti anni di responsabilità politica dietro le quinte del Fpoe (il Partito della Libertà). Vice presidente del parlamento dal 2013, questo deputato sempre sorridente cammina con l'ausilio di un bastone, dopo un incidente in parapendio. Ma porta anche una pistola, poiché si professa un amante del tiro a segno. Discreto nei modi, difende con un guanto di velluto le graffianti zampate xenofobe ed estremiste del segretario dell'Fpoe, Heinz Christian Strache. Ciò che gli ha consentito al primo turno di arrivare in testa con ampio margine, il 35% delle preferenze.

Van Der Bellen, il "fascista verde"
Brillante economista e professore universitario in pensione, Alexander van der Bellen, 72 anni, patisce un po, soprattutto dagli schermi televisivi, i suoi modi supponenti al limite dell'arroganza intellettuale, che gli sono valsi l'appellativo di "fascista verde». Folte sopracciglia e aria quasi burbera, van der Bellen è stato per oltre dieci anni il volto dei Verdi austriaci, che sotto la sua guida sono diventati la quarta formazione politica del paese. Tutta la sua campagna è stata indirizzata a conquistare i voti del centro, nel tentativo di rassicurare gli strati liberal-borghesi della società austriaca di non essere un «gauchista» mascherato.

La questione migranti
La questione migratoria, al centro di questa campagna elettorale in un Paese di 8,5 milioni di abitanti, che conta uno fra i più alti tassi di richiedenti asilo in Europa, vede i due candidati alla massima carica dello stato su posizioni opposte, l'uno in difesa aperta del multiculturalismo, l'altro arroccato in difesa dei valori autentici della tradizione austriaca Van der Bellen rivendica le sue origini di «figlio di rifugiati», con antenati russi ed estoni, fuggiti dallo stalinismo, e poi cresciuto nella provincia frontaliera del Tirolo. Nato in una famiglia borghese austriaca, Hofer è figlio di un deputato conservatore del Burgenland, la provincia meno prospera d'Austria, non lontano dal confine ungherese. Investito di un ruolo prevalentemente protocollare, il presidente austriaco è eletto a suffragio diretto per un mandato di sei anni, rinnovabile per un solo mandato. Ma oltre ad essere il capo delle forze armate, il capo di stato ha il potere di nominare il cancelliere e, in alcune circostanze, può sciogliere il parlamento.

(Fonte Askanews)