16 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Commissione: decisioni già prese e concordate da leader europei

Migranti, il referendum ungherese sulle quote scatena l'ira dell'Ue

L'Unione europea ha criticato la decisione dell'Ungheria di tenere un referendum sulle quote obbligatorie di migranti, concordate dai leader europei per condividere l'onere della crisi dei migranti

BRUXELLES - L'Unione europea ha criticato la decisione dell'Ungheria di tenere un referendum sulle quote obbligatorie di migranti, concordate dai leader europei per condividere l'onere della crisi dei migranti. «Non riusciamo a capire come possa rientrare nel processo decisionale concordato da tutti gli Stati membri in base ai trattati» ha detto la portavoce della Commissione Natasha Bertaud. «Ma sembra che il dibattito interno sulla questione sia ancora in corso e non sia ancora concluso, perciò aspettiamo ulteriori chiarimenti».

Il referendum ungherese
Ieri il premier Viktor Orban ha annunciato il progetto di referendum, sostenendo che Bruxelles non ha il diritto di «ridisegnare l'identità culturale e religiosa dell'Europa». Orban a settembre aveva votato contro il piano di redistribuire 160mila migranti tra gli Stati membri per alleviare la pressione sui Paesi in prima linea, Italia e Grecia, ma il progetto era stato comunque approvato dai leader. A dicembre l'Ungheria si unita alla Slovacchia per presentare ricorso contro il piano, in base al quale Budapest dovrebbe accogliere 2.300 persone. Finora l'Ungheria non ne ha accettata nessuna e dei 160mila da redistribuire in tutta Europa soltanto 598 rifugiati sono stati ricollocati.

Schengen
Il ministro degli Interni, Bernard Cazeneuve, ha definito «strana» la decisione del Belgio di ripristinare i controlli alla frontiera con la Francia, per fronteggiare eventuali movimenti di migranti provenienti da Calais. «Questa decisione per noi è strana e le sue motivazioni lo sono altrettanto», ha detto Cazeneuve di fronte ai giornalisti, al suo arrivo a una riunione con gli omologhi europei a Bruxelles, largamente dedicata alla crisi dei migranti. Il Belgio ha annunciato di aver ristabilito provvisoriamente i controlli alla sua frontiera con la Francia, per far fronte a un eventuale afflusso di migranti che lasciano la «Giungla» di Calais (nord), un vasto campo che si trova a una quindicina di chilometri dall'ingresso francese sotto la Manica. «Noi non siamo stati avvertiti», ha dichiarato il ministro francese, che ha assicurato che «non è mai stato in questione per il governo francese di inviare bulldozer sul terreno per procedere a disperdere i migranti»«La volontà del governo è procedere alla messa in riparo di tutti coloro che hanno lo status di richiedenti asilo in Francia», ha spiegato, prospettando «un'operazione umanitaria».

(Con fonte Askanews)