19 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Summit con Erdogan il 7 marzo

Migranti, l'Ue si appella alla Turchia. E l'Ungheria lancia un referendum sulle quote

Il 7 marzo si terrà a Bruxelles un summit tra Unione Europea e Turchia sull'emergenza immigrazione. Intanto, Budapest lancia un referendum sulle ricollocazioni

BRUXELLES - Il 7 marzo si terrà a Bruxelles un summit tra Unione Europea e Turchia sull'emergenza immigrazione, lo riferisce una fonte Ue. L'incontro sarà «sotto forma di colazione di lavoro» ha detto la fonte all'agenzia Afp confermando il summit che il presidente della Ue Donald Tusk aveva già annunciato parlando di una data attorno ai primi di marzo.

L'accordo
Ankara e Bruxelles hanno firmato un accordo a novembre che prevede che la Turchia si impegni a limitare il numero di rifugiati che passano la frontiera diretti in Grecia e nella Ue in cambio di tre miliardi di euro di aiuti ma in Europa sta aumentando la pressione su Ankara per far sì che metta effettivamente in atto l'accordo mentre ancora migliaia di migranti provano a traversare l'Egeo. Parlando nel corso del summit Ue di giovedì passato, Tusk aveva detto che il pianto di azione congiunta con la Turchia «resta una priorità» aggiungendo: «dobbiamo fare di tutto perché abbia successo, e per questo ho intenzione di organizzare un incontro speciale con la Turchia a inizio marzo».

Ridurre il flusso
«Ridurre il flusso dei migranti» verso l'Europa è «una questione di sopravvivenza per l'Unione Europea». Così il ministro dell'Interno austriaco, Johanna Mikl durante una conferenza stampa. «Abbiamo bisogno di ridurre il flusso di migranti, ora. Si tratta di una questione di sopravvivenza per l'Unione europea», ha detto il ministro, sottolineando in particolare «il pericolo nazionalista» sulla scena politica europea.

Il referendum ungherese
Il governo ungherese intende organizzare un referendum sul piano europeo di ricollocazione dei rifugiati: lo ha annunciato il Primo ministro, Viktor Orban, senza precisare alcuna data per il voto. Bruxelles «non ha il diritto di ridisegnare l'identità culturale e religiosa dell'Europa», ha avvertito Orban: «Non possiamo adottare ignorando i cittadini e contro il volere dei cittadini delle decisioni che cambieranno grandemente le loro vite e quelle delle generazioni future». Il governo di Orban ha votato contro il pino europeo approvato nello scorso settembre e che prevede il ricollocamento di 160mila rifugiati in base ad un piano di quote nazionale; nel dicembre scorso sia l'Ungheria che la Slovacchia hanno presentato un ricorso contro il piano presso la Corte di Giustizia europea.

(Con fonte Askanews)