19 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Polizia perquisisce sede nuovo clan giapponese

Giappone, criminalità organizzata in crisi: scissioni e nuovi equilibri

Qualcosa sta accadendo nella "yakuza", la criminalità organizzata giapponese. Le pedine si stanno muovendo, le organizzazioni stanno creando nuovi equilibri

TOKYO (askanews) - Qualcosa sta accadendo nella «yakuza», la criminalità organizzata giapponese. Le pedine si stanno muovendo, le organizzazioni stanno creando nuovi equilibri. E, in questa situazione in evoluzione, c'è il rischio che il Giappone possa assistere a una rara guerra di mafia. Proprio per questo, anche lo Stato si è messo in moto in maniera più decisa del passato per raccogliere informazioni e neutralizzare possibili pericoli.

Perquisizione
Proprio oggi, in una spettacolare azione della polizia di Kobe, il quartier generale dello Yamaken-gumi (clan Yamaken), il principale gruppo uscito nei giorni scorsi dal grande conglomerato mafioso Yamaguchi-gumi, è stato perquisito a fondo. Gli agenti, oltre a indagare su un caso di traffico di carte di credito, stavano cercando informazioni e prove sulla nuova organizzazione mafiosa - il Kobe Yamaguchi-gumi - che è nata dalla scissione dalla casa madre, con a capo il boss di Yamaken, Kunio Inoue.

Scissione
La scissione è stata originata dall'espulsione di 13 boss su 72 del conglomerato a fine agosto. Il provvedimento va inquadrato in una fase di crisi del grande gruppo criminale - i giapponesi preferiscono usare la parola «boryokudan» piuttosto che «yakuza» - dovuta sia all'andamento fiacco dell'economia nipponica in generale - in ogni ganglio della quale la mafia è stata capace d'infiltrarsi - sia a una più decisa azione antimafia da parte del governo di Tokyo e a livello internazionale.

Sospetti
A incidere sulla scissione, inoltre, ci sarebbe stato anche il sospetto che Shinobu Tsukasa - il 73enne boss dei boss dello Yamaguchi - voglia rafforzare il suo clan di provenienza, il Kodo-kai di Nagoya, a spese di altri clan dello Yamaguchi. Questo ha portato lo Yamaken, assieme al Takumi-gumi di Osaka e al Kyoyu-kai di Awaji a unirsi nella nuova organizzazione la quale dovrebbe avere qualcosa come 3mila affiliati in tutto, rispetto agli oltre 23mila che conta lo Yamaguchi e i quasi 60mila che compongono la forza complessiva di tutti i gruppi «yakuza» ufficialmente riconosciuti.

Gioco d'azzardo
I gruppi «boryokudan» nascono prevalentemente dalla gestione del gioco d'azzardo: la stessa parola «yakuza» è un richiamo a un vecchio gioco basato sulle carte 8 (ya), 9 (ku) e 3 (za). Devono ancora oggi una parte della loro ricchezza sul gioco illegale, sulla prostituzione e sul traffico di droga, che vengono praticati sia come elemento di guadagno diretto, sia come strumento di ricatto per eventuali personaggi d'interesse (capitani d'azienda, politici, uomini delle forze dell'ordine). Il loro potere economico s'estende a ogni settore della vita economica del paese, con una predilizione per l'immobiliare. I rapporti con la politica in tutto il suo spettro sono da sempre consolidati, al di là della commistione con gruppi di estrema destra.

Enfasi sugli affari
Proprio l'enfasi posta sugli affari rende le guerre di mafia estremamente rare, diversamente da altre forme di criminalità organizzata nel mondo. Se ne ricorda una a metà degli anni '80, con alcune decine di yakuza uccisi, ma nulla a confronto di analoghi conflitti interni a gruppi mafiosi italiani che hanno portato a centinaia di morti. E, soprattutto, i gruppi yakuza non hanno mai messo in campo una strategia stragista, come si ritiene sia accaduto negli anni '90 in Italia.

Folklore
Accanto alla yakuza in doppiopetto, in un miscuglio tra modernità e tradizione così tipicamente giapponese, i clan mantengono comunque un braccio violento dall'aspetto folkloristico spesso richiamato dalla filmografia nipponica, per esempio nei film di Takeshi Kitano. Uomini tatuati in maniera tradizionale, dallo sguardo arrogante e dalle camicie colorate, talvolta mancanti di un dito, non sono una reliquia del passato e sono tuttora decisivi. La faccia violenta della yakuza è infatti del tutto funzionale alla mafia finanziaria: senza la prima la seconda non ha armi. Lo dimostra la vicenda dell'ex capo di una delle principali banche nipponiche dell'epoca - la Dai-Ichi Kangyo - che nel 1997 si suicidò perché, messo con le spalle al muro da «sokaiya» - cioè gli uomini messi nei consiglio d'amministrazione per fare ricatti -, aveva autorizzato prestiti per milioni di euro agli yakuza. Oppure è noto il caso dell'aggressione al regista Juzo Itami, che aveva osato prendere in giro la yakuza con una divertente commedia, «Minbo no onna» («La donna anti-estorsione»), nella quale venivano messe in luce le prassi mafiose per intimidire i gruppi economici. Itami poi si suicidò per uno scandalo sessuale al quale si protestava estraneo nello stesso biglietto d'addio. Ancora oggi su quella morte permangono ombre.

Gruppo secolare
Lo Yamaguchi-gumi ha un secolo ormai. E' nato tra gli scaricatori di porto di Kobe per opera di Harukichi Yamaguchi. Shinobu Tsukasa ne è il capo dal 2005. Ma negli ultimi anni il clan ha avuto un'emorragia di soldati - che si è in realtà verificato in tutti i clan - e di introiti. I problemi sono iniziati con le leggi antimafia del 1992, che hanno parzialmente introdotto strumenti per punire l'associazione a delinquere, stabilendo la punibilità del capo per una serie di attività illegali, che tuttavia non hanno messo «in sé» fuorilegge i gruppi yakuza. A questo va aggiunta la pressione da parte delle autorità americane, che hanno bloccato i conti dello Yamaguchi-gumi negli Usa. Ancora, nello stesso Giappone, le autorità bancarie hanno acceso un faro sulla ruolo dei gruppi «boryokudan». Tutte mosse fastidiose per la yakuza, che ha visto i suoi guadagni contrarsi e le sue fila assottigliarsi. Una decina di anni fa, gli affiliati superavano quota 80mila, oggi non arrivano a 60mila, secondo i dati forniti dall'Agenzia nazionale di polizia nipponica. Difficile avere invece un dato davvero credibile sul giro d'affari annuo. Nel 1989 fu stimato in 1.300 miliardi di yen (poco meno di 10 miliardi di euro), ma anche allora in pochi ci credettero. E' evidentemente molto più ricco, anche se ultimamente pare che ci si trovi in un periodo di magra.