27 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Mosca nega e accusa gli Usa per il loro ruolo nel conflitto

Crisi Ucraina, la Russia è in guerra?

La cattura di due soldati considerati al servizio della Russia nell'Est dell'Ucraina è la «prova» (rifiutata dal Mosca) che Kiev stava aspettando. Ma ci sono altre evidenze che la Russia sia presente in Ucraina? E se sì, quali?

KIEV – E’ una vera guerra, e le due parti belligeranti sono Kiev e Mosca. Questa, la versione che il presidente ucraino Petro Poroshenko ha fornito alla BBC. L’accusa è chiara: la Russia starebbe già da tempo inviando truppe e armamenti per aiutare i ribelli dell’Est. E ora Kiev sembra averne le prove: due soldati catturati sabato, considerati parte delle forze russe attive nella regione orientale del Paese.

Mosca nega
Mosca, però, continua a negare. Il ministro della Difesa, come riporta Russia Today, si è infatti scrollato di dosso le accuse, definendo la cattura di quei soldati «nient’altro che una messa in scena». I due individui avrebbero sì la cittadinanza russa, sarebbero stati sì addestrati nell’esercito russo, ma no, non sarebbero al servizio di Mosca. Non solo: in un’intervista alla stessa testata, Konstantin Dolgov, consigliere sui diritti umani dello stesso ministro, ha ribadito la versione ufficiale: Mosca sta facendo tutto il possibile per favorire i negoziati; è a Kiev che deve imputarsi l’80% delle violazioni del cessate il fuoco. «Non abbiamo parte nel conflitto ucraino», ha ripetuto. Anzi: a mancare, per la costruzione della pace, sarebbe «la volontà politica di Kiev e di alcuni Paesi occidentali».

Le accuse russe agli Stati Uniti
Insomma, la Russia non solo rifiuta le accuse, ma le rispedisce al mittente. In un’intervista a Russia Today, Daniel McAdams, direttore esecutivo del Ron Paul Institute, ha infatti dichiarato: «Sarebbe molto ingenuo pensare che Poroshenko stia facendo tutto da solo». Ad assisterlo, a suo avviso, gli Stati Uniti, che «addestrano le truppe ucraine, mandano dozzine, se non di più, di Humvees e altri equipaggiamenti, e che hanno fornito alla Guardia Nazionale Ucraina e all’esercito le potenzialità per attaccare l’Est del Paese». Non solo: per McAdams, gli Usa non sarebbero così interessati a che Poroshenko rinunci ai combattimenti. Al contrario di Mosca, che tiferebbe per la pace. Ad avvalorare tale linea, un’informativa del governo tedesco pubblicata dallo Spiegel, che accusa il comandante della Nato Gen Philip Breedlove di seminare una pericolosa propaganda in merito al coinvolgimento russo in Ucraina, rischiando di far fallire la pace.

90.000 soldati russi in Ucraina?
Eppure, le ultime stime del comandante dell’esercito americano in  Europa Ben Hodges parlano di ben 12.000 soldati russi operativi nell’Est dell’Ucraina. Non solo: altri 50.000 sarebbero schierati lungo i confini, oltre a 29.000 in Crimea. Numeri supportati da una «prova», rivendicata dalla Nato, che sistemi missilistici russi SA-22 sarebbero attivi in Ucraina. Ancora: secondo la Bbc, esisterebbero numerose evidenze della presenza russa in Ucraina; la attesterebbero infatti media russi e ucraini, reporter sul campo, immagini satellitari, informazioni Usa e Nato. Evidenze che i Paesi occidentali, per questioni diplomatiche, non avrebbero interamente divulgato.

Studi e testimonianze dirette lo testimonierebbero
Uno studio del Royal United Services Institute sostiene che nel 2014 Mosca avrebbe richiamato 90.000 soldati per schierarli sui confini dell’Ucraina, nella sua parte orientale e in Crimea. Come se non bastasse, la Bbc riporta numerose testimonianze dirette di soldati russi mandati in Ucraina, o riguardanti salme di militari russi rientrate a Mosca. Le forze avrebbero una natura estremamente varia, fatta di iniziative individuali e unità al servizio dello Stato. Ma quel che più conta è che tali fonti confermerebbero la denuncia di Poroshenko: la Russia sarebbe in guerra, pur continuando, tenacemente, a negarlo.