Compromette i rapporti Russia-Norvegia per un «bagno al Polo Nord»
La presenza del vice premier russo Dmitry Rogozin sulle isole Svalbard nel mare Glaciale Artico, accuratamente documentata sul suo Twitter nel fine settimana, ha fatto scoppiare un vero scandalo: l'alfiere della supremazia russa sull'Artico compare infatti sulla lista nera, tra le prime misure sanzionatorie per la crisi ucraina. Mistero sul suo ingresso indisturbato nel Paese.
MOSCA (askanews) - Ospite meno gradito in Norvegia non poteva essere. La presenza del vice premier russo Dmitry Rogozin sulle isole Svalbard nel mare Glaciale Artico, accuratamente documentata sul suo Twitter nel fine settimana, ha fatto scoppiare un vero scandalo, oltre che tensioni diplomatiche: il rappresentante dell'esecutivo di Mosca compare sulla lista nera, tra le prime misure sanzionatorie per la crisi ucraina e sottoscritte anche dai norvegesi, benchè non facciano parte dell'Ue. Insomma una chiara violazione delle sanzioni su cui Oslo non sembra affatto disposta a chiudere un occhio. Tanto più che Rogozin è anche in prima linea nella battaglia per la supremazia russa nell'Artico, che ovviamente maldispone i norvegesi.
I rapporti Russia-Norvegia scricchiolano
I rapporti scricchiolano. L'ambasciatore russo Vyacheslav Pavlovsky è stato convocato questa mattina dal Ministero degli Esteri norvegese per il viaggio alle Svalbard di Rogozin. Va detto che le Svalbard sono controllate da Oslo, ma godono di uno speciale status internazionale. Sono infatti per trattato, militarmente neutrali, e quindi non è presente personale militare di nessuna nazione. E i russi hanno il diritto di visitare le isole Svalbard, senza visto.
L'ingresso misterioso
Tuttavia Rogozin è arrivato con un volo charter dalla Russia ed è passato attraverso il controllo passaporti, dove avrebbero dovuto bloccare il suo ingresso. E invece, mistero: è passato. Il Ministero degli Esteri norvegese ha richiesto una spiegazione russa, specificando che avevano già spiegato a Mosca di non voler vedere in Norvegia «gente dalla lista nera». La replica di Rogozin è stata: «dopo una rissa i pugni non si sventolano» e poi scherzando ha accusato i norvegesi di essere «gelosi perchè ci siamo fatti il bagno al Polo Nord». Poco prima Rogozin atterrato sulle Svalbard, aveva partecipato all'apertura della stazione artica «Polo Nord-2015». Dal marzo dello scorso anno, il politico russo, sin troppo outspoken sulle proprie posizioni nazionaliste, è parte dell'elenco di sanzionati dall'UE. E la Norvegia, che non è membro dell'Unione europea, si è unita al pacchetto di sanzioni.
Rogozin voleva che la Russia controllasse meglio la sua parte di Artico
Ma le sanzioni non sono tutto: Rogozin, precedentemente ha sostenuto che la Russia dovrebbe impiegare ogni sforzo per controllare meglio la sua parte nella regione dell'Artico. E qui si apre un altro dossier che non è esattamente musica per le orecchie di Oslo. Il vicepremier ha più volte ricordato che all'inizio di quest'anno, il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato la creazione della Commissione statale per lo sviluppo dell'Artico. «Questo suggerisce che i vertici politici del paese, il Presidente, il governo sono concentrati sullo sviluppo della regione e nel rafforzare la posizione del nostro paese in questa regione», ha detto Rogozin. Poi parlando di sviluppo della rotta marittima del Nord, di stazioni polari russe, scienza e storia, ha sottolineato l'utile apporto dei «nostri marinai, piloti, esploratori polari».
- 09/03/2022 La Russia verso un controllo del web alla cinese?
- 22/10/2021 Il «conservatorismo degli ottimisti» di Vladimir Putin
- 21/10/2021 Il grande gelo tra NATO e Russia
- 18/10/2021 La Russia sospende le relazioni con la NATO