Muro Israele cambia tracciato, Patriarcato esulta: «Risurrezione»
Corte suprema di Israele ha bocciato progetto su Valle Cremisan. Il progetto, sottolinea il patriarcato in una nota, avrebbe prodotto l'esproprio dei terreni appartenenti a 58 famiglie cristiane di Beit-Jala e la separazione di due conventi salesiani.
GERUSALEMME (askanews) - Il patriarcato latino di Gerusalemme saluta come una «vittoria» e, nel periodo pasquale, un «segno gioioso della Resurrezione» per i cristiani di Terra Santa il verdetto della Corte suprema di Israele che, ieri, «dopo nove anni di battaglia legale», ha respinto un progetto di costruzione del muro di sicurezza israeliano sulla valle di Cremisan.
Il progetto, sottolinea il patriarcato in una nota, avrebbe prodotto l'esproprio dei terreni appartenenti a 58 famiglie cristiane di Beit-Jala e la separazione di due conventi salesiani. La Corte Suprema ha finalmente accettato la petizione contro la costruzione del Muro, di conseguenza l'esercito israeliano dovrà rinunciare a questo progetto giudicato dalla Corte come «dannoso per la popolazione locale e ai monasteri della valle» sottolineando che «il tracciato del Muro, come suggerito dal Ministero della Difesa israeliana, non è l'unica possibilità che permetta di garantire la sicurezza nuocendo il meno possibile, conforme alla Legge Amministrativa Israeliana» (rendiconto della Société Saint Yves).
Il Patriarca latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, si è recato a Cremisan nello stesso pomeriggio per una conferenza stampa, alla presenza dei tre sindaci di Beit Jala, Betlemme e Beit Sahur, e di molte personalità religiose e politiche. Sua Beatitudine ha voluto ringraziare calorosamente tutti coloro che, negli anni, si sono impegnati in favore della comunità cristiana di Terra Santa, tanto nella dimensione locale quanto internazionale, in modo particolare la parrocchia di Beit Jala, la Société Saint Yves, la Segreteria di Stato, le Conferenze Episcopali degli Stati Uniti e d'Europa, i Consoli di Gerusalemme, i padri salesiani, gli avvocati impegnati e i tre sindaci della regione che il mese scorso si sono recati dal Papa per sostenere la loro causa. Grazie ai molti che si sono impegnati in questa causa, la voce delle famiglie di Cremisan è risuonata sulla scena internazionale. Anche dal lato israeliano, questa causa ha avuto importante sostegno, in modo speciale da parte degli avvocati, da parte di ex militari e da parte di rabbini. Sua Beatitudine ha salutato la vittoria come: «Vittoria della giustizia israeliana medesima, in quanto essa ha avuto il coraggio di prendere una simile decisione».
Il Patriarca ha anche voluto ricordare l'efficacia della preghiera e come l'ex parroco di Beit Jala ha perseverato per anni a celebrare in loco la messa ogni venerdì alla presenza di dozzine di parrocchiani e persone di ogni religione. Il Patriarca, in questo Giovedì Santo, primo giorno del Triduo pasquale, ha concluso sottolinenando che questa notizia costituisce un «segno gioioso della Resurrezione» per i cristiani di Terra Santa.