24 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Discorso del presidente russo alla Nazione

Putin: «Le sanzioni? Obama vuole frenare lo sviluppo russo»

«Gli americani influenzano i rapporti con i nostri diretti vicini: a volte è persino meglio parlare direttamente con loro». E vogliono «frenare» lo sviluppo russo: per Putin l'Ucraina è stata in realtà solo un «pretesto» per le sanzioni e se non ci fosse stato quello «si sarebbero inventati qualche altro motivo».

MOSCA - Vladimir Putin si riscopre liberista, mentre l'economia russa comincia seriamente a vacillare. Il tradizionale discorso del presidente russo alla Nazione, oggi è stato preceduto da un annuncio severo della Banca centrale, decisa a intervenire a qualsiasi costo, senza preavviso e senza limiti di volume sulle dinamiche del rublo, maglia nera nelle ultime settimane che mette a rischio la stabilità finanziaria della Russia. E per la prima volta in 15 anni la notizia della giornata economica non è stata data dal leader del Cremlino, impegnato in uno dei suoi interventi fiume, ma dalla Banca stessa. Benché lo stesso capo di stato, durante il suo intervento, abbia chiesto «severità» al regolatore, di ridurre i rischi di una volatilità eccessiva e soprattutto di individuare e «colpire» gli speculatori.

Aumentare il livello annuale di investimenti fino al 25% del pil
Il discorso di Putin contiene comunque una novità. E se mantenuta la promessa, Mosca inaugurerebbe davvero una fase di liberismo moderato. «Libertà per lo sviluppo, iniziative economiche civili: questa è la migliore risposta sia ai vincoli esterni, e sia ai nostri problemi interni», ha detto il capo di stato, prospettando una via d'uscita sia dalle difficoltà economiche di questi mesi che dalle sanzioni dell'Ovest, che lui ancora una volta definisce non una minaccia ma uno "stimolo".
Ma Mosca - ed evidentemente se ne rende conto anche Putin - deve «eliminare la maggior parte dei vincoli che affrontano le imprese in Russia, allentando il controllo e la sorveglianza eccessiva». Il leader del Cremlino, in sella ormai da 15 anni, ha parlato di un maxicondono per i capitali in fuga, se rimpatriati, e ha sottolineato che i grandi progetti petroliferi, dei trasporti e dell'industria russa «dovrebbero essere orientati verso i produttori nazionali, creando la domanda».
I risparmi in Russia dovrebbero diventare una fonte per gli investimenti nello sviluppo ed entro il 2018 è necessario aumentare il livello annuale di investimenti fino al 25% del Pil. Si deve insomma invertire il trend a zero crescita inaugurato negli ultimi mesi e l'economia russa dovrebbe diventare tre o quattro volte più veloce nelle prospettive a breve termine.

Un vero e proprio cambio di rotta, ma non in politica estera
«Per la Russia, la Crimea ha un valore, enorme, sacro e civile, come il Monte del Tempio di Gerusalemme», ha specificato, come se ancora fosse necessario che dall'annessione della penisola ucraina non si torna indietro. E la crisi ucraina è stato l' argomento di politica estera che ha aperto e chiuso discorso.
Un Putin oratore efficace, ma più sbrigativo del solito: sull'associazione di Kiev all'Ue, «non c'è stato nessun dialogo, anzi detto in parole povere ci hanno mandato a quel paese», spiegando che, sul problema che di fatto ha scatenato la crisi ucraina, Mosca non è stata inizialmente considerata come parte in causa, nonostante «gli aiuti» prestati anche dopo il crollo dell'Urss a Kiev.
E poi la solita stoccata agli Usa che «influenzano i rapporti con i nostri diretti vicini: a volte è persino meglio parlare direttamente con gli Stati Uniti». E vogliono «frenare» lo sviluppo russo: per Putin l'Ucraina è stata in realtà solo un «pretesto» per le sanzioni e se non ci fosse stato quello «si sarebbero inventati qualche altro motivo».