27 agosto 2025
Aggiornato 23:30
La guerra dell'Ue

Mosca: sanzioni in arrivo

L'Unione Europea ha formalmente adottato pesanti sanzioni economiche contro la Russia, accusata di continuare a svolgere un ruolo destabilizzante nella crisi ucraina. Viene inoltre vietato l'ingresso in Europa ad una lista nera di 8 persone, i fedelissimi di Putin.

MOSCA - L'Unione europea ha adottato formalmente le sanzioni economiche nei confronti della Russia per il suo ruolo nella crisi ucraina, nella speranza di costringere Mosca a sospendere l'appoggio ai separatisti filorussi. Le nuove misure entreranno in vigore domani e colpiranno le banche, la difesa e l'energia russe alla luce del ruolo di Mosca nella «destabilizzazione della situazione in est Ucraina" .

La lista nera dei fedelissimi di Putin - E' invece in vigore da oggi il congelamento dei beni e il divieto di ingresso nell'Unione per otto persone, tra cui alcune molto vicine al presidente russo Vladimir Putin, e tre società. Tra i nuovi ingressi nella lista nera Ue, spiccano i nomi dei due principali azionisti di Bank Rossiya, considerata la banca personale dei vertici della Federazione russa, Yuri Kovalchuk e Nikolai Shamalov. C'è poi l'amico judoka di Putin, Arkady Rotenberg, le cui società hanno costruito molte infrastrutture per i giochi olimpici di Sochi e dovrebbero realizzare il ponte per collegare via terra la neo-annessa Crimea alla Federazione russa, e Alexey Gromov, vice capo dell'amministrazione del Cremlino.

Sanzioni pesanti contro Mosca - Tra le misure annunciate, le restrizioni all'accesso delle banche pubbliche russe ai mercati finanziari europei, primo tra tutti quello di Londra, che aumenterà il costo di raccogliere denaro e comprometterà la loro capacità di contribuire alla crescita russa. I cittadini e le società Ue non potranno comprare o vendere obbligazioni di nuova emissione, o altri strumenti di debito con una scadenza superiore ai 90 giorni emesse da queste banche.
Inoltre sono vietate le vendite alla Russia di beni a doppio uso, civile e militare, oltre che di tecnologie sensibili in campo petrolifero, ma non in quello del gas, perché Mosca fornisce un terzo del fabbisogno europeo. Secondo gli analisti, il bando petrolifero sul lungo periodo potrebbe danneggiare seriamente la Russia, che dipende quasi totalmente dalle tecnologie estrattive avanzate messe a punto dall'Occidente, specialmente per lo sviluppo di giacimento in ambienti estremi, come l'Artico.

La Russia vende i suoi depositi di benzina in Ucraina - Intanto, il gruppo petrolifero russo Lukoil ha annunciato di aver raggiunto un'intesa preliminare per la vendita della sua rete di stazioni di servizio in Ucraina, dopo che i nazionalisti radicali hanno tentato di estorcere benzina.
Il prezzo di vendita, di circa 240 stazioni e di sei depositi di benzina, all'austriaca AMIC Energy Management GmbH non è stato reso noto. «La vendita della rete di stazioni di servizio e dei depositi di benzina in Ucraina ad AMIC aiuterà Lukoil a ottimizzare la struttura dei suoi asset in Europa dell'Est» , ha commentato in una nota il vicepresidente di Lukoil Vadim Vorobyov. La maggiore società petrolifera russa a capitale privato non ha indicato se la cessione sia legata alla crisi in Ucraina e alle sue recenti difficoltà nel Paese.
Fatto sta, però, che anche se finora Lukoil non è stata colpita dalle sanzioni occidentali che hanno penalizzato varie aziende di Stato russe per il ruolo di Mosca nella crisi ucraina, il numero uno del gruppo, Vagit Alekperov, aveva dichiarato a giugno che «le sanzioni hanno ripercussioni su tutte le società» russe.