10 dicembre 2024
Aggiornato 06:00
La crisi siriana

Assad: «Il terrorismo preoccupa gli occidentali»

Il Presidente siriano: «Gli Stati Uniti e l'Occidente cominciano a mandare segnali di cambiamento. Il terrorismo è ormai sul loro territorio». Intanto l'offensiva jihadista e la guerra tra gruppi islamisti nella provincia siriana di Deir Ezzor, al confine con l'Iraq, ha causato negli ultimi 40 giorni la morte di 634 persone, in maggioranza guerriglieri.

DAMASCO - I Paesi occidentali, che sostengono la rivolta in Siria, cominciano a modificare la loro posizione prendendo sempre più coscienza del pericolo che rappresentano i jihadisti a casa loro. Lo ha detto il presidente siriano Bashar al Assad in una intervista rilasciata al quotidiano libanese pro Damasco al Akhabar.

«Gli Stati Uniti e l'Occidente cominciano a mandare segnali di cambiamento. Il terrorismo è ormai sul loro territorio», ha detto al quotidiano Assad che ha aggiunto: «Avete un americano che si è fatto esplodere in territorio siriano e un francese di origine maghrebina che ha ucciso degli ebrei a Bruxelles».

Asaad faceva riferimento alla sparatoria del 24 maggio nel Museo Ebraico di Bruxelles costata la vita a quattro persone e per la quale un francese di origine algerina dal profilo jihadista passato per la Siria, è stato arrestato. A fine maggio, gli Stati Uniti, hanno annunciato che un americano aveva messo a segno un attentato nel nord della Siria.

A seguito dell'attacco di Bruxelles, i leader del G7 hanno annunciato una settimana fa di aver «deciso di intensificare» gli «sforzi per rispondere alla minaccia che costituiscono i combattenti stranieri che partono per la Siria».

Inoltre, il presidente Assad, sempre citato dal giornale, ha assicurato che «dei responsabili americani tenterebbero di entrare in contatto con noi ma non osano per via delle potenti lobby che fanno pressione su di loro».

È ORMAI GUERRA FRA GRUPPI JIHADISTI IN EST SIRIA, 634 MORTI - L'offensiva jihadista e la guerra tra gruppi islamisti nella provincia siriana di Deir Ezzor, al confine con l'Iraq, ha causato negli ultimi 40 giorni la morte di 634 persone, in maggioranza guerriglieri. Lo riporta oggi l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani. Nello stesso periodo, almeno 130mila persone sono state costrette ad abbandonare le loro abitazioni e 39 civili sono rimasti uccisi nei bombardamenti.

Il gruppo jihadista Isil (Islamic State of Iraq and the Levant) che combatte in questa provincia orientale della Siria e ha le sue basi nel vicino Iraq, ha l'obiettivo di costituire uno Stato islamico nella zona di confine tra i due paesi.

Secondo l'Osservatorio 354 delle vittime erano membri del Fronte al Nusra, il braccio di Al Qaida in Siria, e di altri gruppi ribelli; 241 invece i membri dell'Isil uccisi.

Fra i diversi gruppi di guerriglieri islamisti è ormai guerra aperta: l'Isil, all'inizio della rivolta ben accolto dagli oppositori del presidente Bashar al Assad, si è guadagnato l'odio della ribellione per le sue operazioni di indiscriminata e sistematica violenza e per la sua volontà di egemonia. Anche Al-Nusra si è scontrata con l'Isil, dopo che il suo capo iracheno Abu Bakr al-Baghdadi, ha tentato di prendere il sopravvento. Da inizio gennaio la lotta fra Isil e Al-Nusra è costata la vita a circa 6.000 combattenti, secondo i dati raccolti dall'Osservatorio.

INIZIATO RILASCIO PRIGIONIERI IN SIRIA DOPO AMNISTIA ASSAD - Le autorità siriane hanno cominciato a rilasciare decine di prigionieri dopo l'amnistia generale concessa dal presidente Bashar al Assad. Lo ha riferito l'avvocato Anwar al Bounni, esperto di difesa dei diritti umani.
«Decine di prigionieri del carcere di Adra sono stati liberati ieri e altri stanno uscendo oggi», ha spiegato il legale.

Una settimana dopo la sua controversa rielezione a capo dello Stato, Bashar al Assad ha annunciato la più grande amnistia dall'inizio della rivolta in Siria nel 2011 che dovrebbe consentire a migliaia di prigionieri di tornare in libertà.

«Il tribunale antiterrorismo e le corti penali stanno passando in rassegna i nomi delle persone interessate e stanno inviando le liste alle differenti prigioni» come Adra e Saydnaya, vicino Damasco, o Tadmor, nell'Est del Paese.

Secondo l'avvocato Bounni, l'amnistia dovrebbe interessare prigionieri già giudicati o detenuti senza processo. «I servizi di sicurezza hanno già ricevuto le loro liste», ha confermato il legale.

Più di 100.000 persone sono attualmente detenute in Siria e altre 18.000 sono ritenute scomparse, secondo l'Osservatorio siriano sui diritti umani.