Thailandia sotto la legge marziale
Dopo mesi di crisi politica e manifestazioni antigovernative che hanno fatto almeno 28 morti e centinaia di feriti. La decisione mira a «restaurare la pace e l'ordine pubblico» e non rappresenta «un colpo di Stato». Washington: «Deve essere una fase temporanea»
BANGKOK - L'esercito tailandese ha decretato la legge marziale in Thailandia, dopo mesi di crisi politica e manifestazioni antigovernative che hanno fatto almeno 28 morti e centinaia di feriti. La decisione mira a «restaurare la pace e l'ordine pubblico» e non rappresenta «un colpo di Stato», ha fatto sapere la televisione controllata dai militari. Secondo quanto riferito dall'amministrazione locale, il governo ad interim della Thailandia non è stato preventivamente avvisato dai militari, ma questo non ha impedito all'esecutivo di restare in carica.
Intanto i manifestanti filogovernativi, che si erano riuniti in un'area periferica di Bangkok, sono stati «circondati» dai soldati, che stanno tentando di «negoziare con le Camice rosse per disperdere la folla».
Centinaia di soldati sono stati dispiegati anche nel centro di Bangkok. Arrivati con decine di veicoli militari e blindati, i soldati hanno preso posizione nei quartieri commerciali della città, quelli che ospitano gli hotel e le stazioni televisive.
PREMIER: RISPETTARE LA COSTITUZIONE - Il primo ministro ad interim tailandese, Niwattumrong Boonsongpaisan, ha chiesto all'esercito di agire «nel rispetto della Costituzione», dopo l'instaurazione della legge marziale in Thailandia.
«L'esercito deve procedere nel rispetto della monarchia costituzionale», ha spiegato un portavoce del primo ministro.
«Ogni iniziativa ha bisogno di seguire un percorso pacifico, senza violenza, discriminazione e nel rispetto della legge», è stato spiegato con una dichiarazione attribuita al premier.
WASHINGTON: DEVE ESSERE TEMPORANEA - La legge marziale decretata dall'esercito in Thailandia deve essere «temporanea» e non deve minare la democrazia nel paese: è questo l'avvertimento lanciato oggi dagli Stati Uniti. «Tutte le parti coinvolte devono rispettare i principi democratici, compresa la libertà di espressione», ha dichiarato il portavoce del dipartimento di Stato, Jen Psaki, che ha espresso la preoccupazione di Washington riguardo alla crisi politica in Thailandia.
«Ci aspettiamo dall'esercito che rispetti il suo impegno a dare a questa misura un carattere temporaneo per impedire violenze e non minare le istituzioni democratiche», si legge nella nota.
«Gli Stati uniti credono fermamente che tutte le parti debbano lavorare insieme per risolvere le differenze attraverso il dialogo. Questo sviluppo necessita di elezioni per affermare la volontà del popolo tailandese», ha spiegato ancora il dipartimento di Stato Usa.
I «SELFIE» CON I SOLDATI - In Thailandia, dove l'esercito ha decretato la legge marziale dopo 4 mesi di pesante crisi politica, va di moda il «selfie» con i militari che hanno invaso le strade di Bangkok questa mattina. Alcuni passanti si sono fatti immortalare accanto ai soldati, anche se la maggior parte dei residenti a malapena alza gli occhi sulle truppe e le jeep su cui sono montate le mitragliatrici.
Tre soldati con addosso le uniformi militari e con i fucili spianati a un incrocio nel centro della capitale tailandese si sono gentilmente prestati ad alcuni autoscatti con i pendolari che andavano al lavoro, mentre la notizia della dichiarazione delle legge marziale si stava diffondendo. Una manciata di turisti divertiti a loro volta hanno fotografato alcuni militari fermi al famoso incrocio Ratchaprasong, uno dei principali quartieri dello shopping dove si trovano hotel di lusso. Una zona altamente simbolica, dopo la repressione militare delle «camicie rosse» nel 2010, in cui morirono decine di manifestanti e di cui ieri è ricorso il quarto anniversario.
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