Colpo di Stato militare in Thailandia
L’esercito thailandese ha annunciato un colpo di stato, in un discorso televisivo alla nazione tenuto dal capo di stato maggiore Prayuth Chan-ocha, capo dell’esercito. L’esercito ha preso il potere «per ripristinare l’ordine e spingere per il raggiungimento di riforme politiche», ha detto Prayuth annunciando il golpe, il 12esimo dal 1932 a oggi nel Paese.
BANGKOK - Il capo dell'esercito Prayut Chan-O-Cha ha annunciato oggi un colpo di Stato in Thailandia, davanti alle telecamere della televisione locale. «Perché il paese torni alla normalità», le forze armate «devono prendere il potere a partire dal 22 maggio alle 16.30», ha detto.
18 COLPI DI STATO IN 80 ANNI - Il generale, che aveva dichiarato la legge marziale nel paese, ha ricordato gli episodi di violenza che hanno fatto almeno 28 morti in Thailandia nelle ultime settimane. «Tutti i tailandesi devono restare calmi e i funzionari devono continuare a lavorare come al solito», ha spiegato l'alto ufficiale. L'annuncio del colpo di Stato è arrivato al termine di una riunione tra i principali leader delle fazioni rivali del paese che avrebbe dovuto condurre a un accordo di compromesso. I leader dei manifestanti, che hanno partecipato all'incontro, sono stati portati via dai soldati, caricati su mezzi militari e condotti verso un luogo non specificato. La Thailandia ha conosciuto 18 colpi di stato o tentativi tali in circa 80 anni. L'ultimo era stato compiuto nel 2006 contro l'ex primo ministro Thaksin Shinawatra.
KERRY DELUSO - Il colpo di stato eseguito dall'esercito in Thailandia «non ha giustificazioni» e comporterà «implicazioni negative» sulle relazioni tra Stati Uniti e Thailandia, che Washington valuta come importanti. Sono questi i commenti fatti da John Kerry, segretario di Stato americano. Nella nota diffusa dal dipartimento di Stato, Kerry si è detto «deluso» e «preoccupato per le notizie dell'arresto dei leader politici dei principali partiti della Thailandia» di cui chiede la liberazione. Kerry ha inoltre espresso i suoi timori «per la chiusura di gruppi media». Il segretario di stato ha esortato «la restaurazione del governo civile, il ritorno alla democrazia e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, come la libertà di stampa.» La nota conclude affermando che verranno rivisti i piani di intervento e di assistenza militare, compatibilmente con le leggi americane.
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