Siria, risoluzione ONU non prevede ritorsioni per governo e ribelli
Stando a quanto riferito da fonti diplomatiche occidentali, una bozza di risoluzione Onu sarà messa a disposizione dei 15 membri del Consiglio di sicurezza alla fine della settimana. Il documento non contiene alcuna minaccia di sanzioni o di intervento militare qualora il regime o i gruppi di opposizione non dovessero rispettarla
DAMASCO - L'Occidente ha deciso di puntare su una risoluzione Onu per costringere il regime siriano ad autorizzare la consegna degli aiuti umanitari nelle zone assediate del paese, ma il più alto funzionario delle Nazioni Unite attivo a Damasco teme che l'iniziativa possa invece ottenere l'effetto contrario, limitando ulteriormente l'accesso degli operatori Onu alla popolazione.
NESSUNA MINACCIA DI SANZIONI - Stando a quanto riferito da fonti diplomatiche occidentali, una bozza di risoluzione Onu sarà messa a disposizione dei 15 membri del Consiglio di sicurezza alla fine della settimana. Il documento non contiene alcuna minaccia di sanzioni o di intervento militare qualora il regime o i gruppi di opposizione non dovessero rispettarla. Ma Yacoub El Hillo, rappresentante Onu in Siria, ha sottolineato il rischio che tale risoluzione possa mettere la sua squadra di operatori in aperto contrasto con il regime, limitando ulteriormente il loro accesso ai civili in disperato bisogno di aiuti.
«Si tratta di creare fiducia e questo non si ottiene dicendo quello che si vorrebbe venisse fatto - ha detto Hillo - (la risoluzione) potrebbe funzionare in molti paesi, ma personalmente mi è difficile credere che possa funzionare in un paese come la Siria». Un braccio di ferro con il regime per avere accesso alle zone assediate, ha aggiunto, potrebbe di fatto minare i progressi registrati finora sul terreno.
ALMENO 10.000 BAMBINI UCCISI - Bambini stuprati, torturati, arruolati nei combattimenti e usati come scudi umani. Questi gli orrori «indicibili» documentati dall'Onu nel suo primo rapporto sull'impatto sui minori di quasi tre anni di guerra in Siria, in cui si stima siano almeno 10.000 quelli rimasti uccisi.
Nel rapporto, che copre il periodo da marzo 2011 a novembre 2013, le Nazioni Unite denunciano «gravi violazioni contro i bambini» commesse «da tutte le parti coinvolte nel conflitto».
«Indicibile» è l'elenco dei maltrattamenti e delle torture a cui sono stati sottoposti: «Percosse con cavi metallici, fruste e bastoni di legno o di metallo; ricorso a elettroshock, anche ai genitali; unghie di piedi e mani strappate; violenza sessuale, tra cui strupro o minacce di stupro; finte esecuzioni; bruciature di sigarette; privazione del sonno; isolamento; e costrizione ad assistere alle torture inflitte a parenti».
Duro il commento del segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, riportato dai media internazionali: «Le sofferenze patite dai bambini in Siria dall'inizio del conflitto, documentate in questo rapporto, sono indicibili e inaccettabili».
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