30 maggio 2023
Aggiornato 23:00
La crisi siriana

Siria e terrorismo, a Ginevra pareri discordanti

A confermarlo è stato questa mattina l'inviato dell'ONU Lakhdar Brahimi, spiegando che fine delle violenze e contrasto al terrorismo fanno parte del «primo punto» delle conclusioni di Ginevra I, che prevedono in ultimo la transizione politica nel paese

GINEVRA - La lotta al «terrorismo» è al centro dei colloqui di oggi a Ginevra tra le delegazioni del regime e dell'opposizione siriana. A confermarlo è stato questa mattina l'inviato dell'Onu Lakhdar Brahimi, spiegando che fine delle violenze e contrasto al terrorismo fanno parte del «primo punto» delle conclusioni di Ginevra I, che prevedono in ultimo la transizione politica nel paese.

Una fonte vicina alla delegazione del regime ha confermato che i colloqui di questa mattina si stanno concentrando proprio su questo argomento, sul quale però ci sono pareri discordanti. Damasco assimila al «terrorismo» forze di opposizione e ribelli, accusando in particolare i combattenti jihadisti di seminare il terrore.

Da parte sua, l'opposizione ha accusato il potere - sostenuto dal movimento sciita libanese Hezbollah - di esecuzioni e bombardamenti giornalieri. «La delegazione dell'opposizione ha preparato un enorme dossier sul terrorismo di regime» che sarebbe sostenuto «da prove inconfutabili e da documenti».

LA SIRIA DISTRIBUISCE CIBO NEI CAMPI PROFUGHI PALESTINESI - Un convoglio di aiuti umanitari è riuscito a raggiungere oggi il campo profughi palestinese di Yarmouk, il cui assedio da parte delle forze del regime di Damasco è costato la vita ad oltre 80 persone, per lo più donne, anziani e bambini, morti di malnutrizione e di assenza di cure mediche.

«Questa mattina, un convoglio dell'Unrwa con 900 razioni alimentari è entrato nel campo di Yarmouk a Damasco», ha indicato Chris Gunness, portavoce dell'Agenzia delle Nazioni Unite incaricata dei rifugiati palestinesi. «Già entro le 13 erano state distribuite 600 razioni, in mezzo a un caos indescrivibile».

L'agenzia siriana di regime ha confermato che «il cibo è stato fatto entrare nel campo di Yarmouk (...) per alleviare le sofferenze dei residenti assediati nel campo e presi in ostaggio dai gruppi terroristi armati», ha scritto Sana attribuendo la responsabilità della situazione ai ribelli. Secondo il responsabile dell'Unrwa, le persone che hanno bisogno di aiuti alimentari a Yarmouk «si contano a decine di migliaia, circa 18mila palestinesi, quasi tutte donne e bambini».

Nel 2011, vivevano in questo campo profughi circa 150.000 Palestinesi e altrettanti siriani. Nel giugno 2013 l'esercito siriano ha imposto un blocco totale di questa zona, circa 2x2 chilometri quadrati, dove sono rimasti circa 18mila profughi in condizioni di assoluta povertà.p>