19 aprile 2024
Aggiornato 08:30
La denuncia degli attivisti

«Su Damasco piovono bombe chimiche»

L'Osservatorio siriani per i diritti umani parla di «azioni militari nella regione della capitale, con bombardamenti aerei che hanno causato decine di morti». Su YouTube i video di un massacro commesso della forze del regime con il ricorso a gas tossici

DAMASCO - Sono decine i morti e i feriti nei bombardamenti lanciati oggi dalle forze siriane nella regione di Damasco. Lo ha riferito l'Osservatorio siriano per i diritti umani.

ARMI CHIMICHE - Gli attivisti siriani hanno accusato il regime di aver usato gas tossici nei bombardamenti lanciati oggi nella regione di Damasco, che hanno causato decine di morti e feriti. «Dopo mezzanotte le forze del regime hanno intensificato le operazione militari nelle aree di Ghouta Orientale e Ghouta Occidentale, nella regione di Damasco, con l'aviazione e lanciarazzi, causando diverse decine di morti e feriti», ha detto l'Osservatorio siriano per i diritti umani. I Comitato popolari di coordinamento hanno denunciato in una nota «l'utilizzo di gas tossici da parte del regime criminale sulle località della Ghouta orientale». Da parte sua, la Commissione generale della rivoluzione siriana ha diffuso su YouTube dei filmati per denunciare «un massacro terribile commesso della forze del regime con il ricorso a gas tossici, che ha causato decine di martiri e di feriti».
Il governo di Damasco però ha smentito di aver usato armi chimiche nei bombardamenti lanciati nella regione di Damasco. «Le informazioni sull'utilizzo di armi chimiche a Ghouta sono completamente false», ha affermato l'agenzia di stampa ufficiale Sana. L'agenzia ha quindi accusato le emittenti satellitari al Jazeera e al Arabiya di complicità nello «spargimento di sangue siriano e nel sostegno al terrorismo», con la diffusione di informazioni «infondate».

Ieri invece altre battaglie sono scoppiate nelle zone strategiche a maggioranza curda in Siria, delle quali jihadisti e principale partito curdo si contendono il controllo.
Lo hanno indicato attivisti e organizzazioni non governative. Nella provincia nordorientale di Hasakeh, «gli scontri sono scoppiati all'alba e hanno visto contrapposti i Comitati per la protezione della popolazione curda (Ypg) allo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (Isis), Fronte al Nusra e altri battaglioni», ha dichiarato l'Osservatorio siriano per i diritti umani. I combattimenti hanno interessato i villaggi di Dardara, Hmeid e Jafa e gli altri che circondano la città strategica di Ras al Ain, vicino alla frontiera turca. Combattimenti che arrivano giorni dopo che i jihadisti legati ad al Qaida hanno attuato una nuova offensiva per prendere il controllo delle aree a maggioranza curda. Le violenze sono state talmente dure che circa 30mila siriani, in maggior parte curdi, si sono rifugiati nel vicino Iraq, ha spiegato l'ONU.

L'ALLARME DELL'UNICEF - Intanto ieri l'Unicef ha lanciato l'allarme per i tantissimi bambini coinvolti nel conflitto. Secondo il fondo delle Nazoioni Unite per l'infanzia ogni giorno sono migliaia i siriani che fuggono verso le frontiere, sopratutto in Iraq. Il nuovo ponte a Peshkhabour nel nord dell'Iraq, nel governatorato di Dahuk, ha visto da giovedì migliaia di siriani attraversare il fiume Tigri. Delle circa 4mila 800 persone che ieri hanno varcato il confine dalla Siria per raggiungere questa regione irachena almeno 2mila 100 erano bambini.
Molti hanno meno di 12 anni, ed i più piccoli erano particolarmente disidratati ed esausti, dopo quattro o cinque ore di cammino attraverso il confine nel caldo torrido.

«Il nostro personale presente presso il valico di Peshkhabour nel nord dell'Iraq ci informa che molti dei nuovi arrivati sono esausti e hanno urgente bisogno di acqua e riparo da temperature estive che raggiungono i 45 gradi» ha detto il rappresentante dell'Unicef in Iraq Marzio Babille.
L'Unicef, e i suoi partner stanno anche sostenendo l'Unhcr e l'Irc presso il valico per fare in modo che bambini non accompagnati o separati (dalle famiglie) siano identificati, registrati e dotati di tutto il sostegno necessario. Da domenica, almeno 80 bambini sono stati identificati come separati o non accompagnati. Molti di loro sono giovani adolescenti mandati lungo il confine dalle loro famiglie per cercare sicurezza, o per trovare lavoro. Finora nessuna ragazza non accompagnata è stata registrata. Un team di protezione dei bambini è al confine per identificare i bambini separati o non accompagnati, per assicurarsi che essi siano registrati con l'Unhcr e che continuino a ricevere aiuto anche nelle destinazioni finali. Molti dei nuovi rifugiati affermano di volersi riunire con le famiglie nel campo di Domiz, che sta già operando al doppio della sua capacità.