28 agosto 2025
Aggiornato 07:30
Relazioni internazionali | Crisi mediorientale

Prigionieri politici iraniani scrivono a Obama: «basta sanzioni»

Nella missiva, pubblicata dal Guardian, gli esponenti dell'opposizione, alcuni dei quali attualmente detenuti, hanno invitato Obama a cogliere l'opportunità offerta dall'elezione a Presidente di Hassan Rohani per arrivare a una distensione tra i due Paesi

TEHERAN - Oltre 50 prigionieri politici iraniani hanno inviato una lettera al Presidente americano Barack Obama per chiedergli di porre fine alle «rovinose» sanzioni imposte al Paese e di cogliere «l'ultima possibilità» di dialogo con Teheran.

Nella missiva, pubblicata dal Guardian, gli esponenti dell'opposizione, alcuni dei quali attualmente detenuti, hanno invitato Obama a cogliere l'opportunità offerta dall'elezione a Presidente di Hassan Rohani per arrivare a una distensione tra i due Paesi, ricordando che Rohani è «un politico noto per essere un fermo sostenitore del dialogo e dell'impegno costruttivo nei rapporti internazionali» che gode anche di «una solida base di sostegno». «Dal nostro punto di vista - hanno scritto - questo governo potrebbe essere l'ultima possibilità di portare questo conflitto a una risoluzione ragionevole e accettabile per entrambi».

I firmatari dell'iniziativa hanno quindi chiesto di revocare le sanzioni americane, denunciandone gli «effetti devastanti» sulla vita della gente comune. «Crediamo sia giunto il momento per i nostri due Paesi di voltare pagina e di avviare una nuova era di reciproca comprensione - hanno scritto i 55 ex funzionari, attivisti, giornalisti e dissidenti - tutti gli iraniani, comprese le famiglie dei prigionieri politici e specialmente le classi meno abbienti, stanno soffrendo sotto il peso della crescente inflazione e della mancanza di medicinali e di altri beni di prima necessità. Le sanzioni si sono trasformate in una punizione collettiva imposta a tutto il popolo iraniano, non solo al governo».

Rohani riduce la presenza dei pasdaran nel governo - Il nuovo Presidente iraniano, Hassan Rohani, ha ridotto la presenza dell'unità di elite militare, i Guardiani della rivoluzione islamica, nel suo nuovo governo, composto soprattutto da tecnici ed economisti vicini dall'ex Presidente Hashemi Rafsanjani, forte sostenitore negli anni '90 del commercio internazionale. Stando a quanto precisato al Wall Street Journal da funzionari occidentali e analisti iraniani, dovrebbero essere soltanto tre i ministri pasdaran di Rohani, contro i nove presenti invece nel governo del suo predecessore, Mahmoud Ahmadinejad.

Il 13 settembre incontro Putin-Rohani in Kirghizistan - I presidenti di Russia e Iran, Vladimir Putin e Hassan Rohani, si incontreranno per la prima volta il prossimo 13 settembre. Lo ha annunciato una fonte del Cremlino.
I due leader si incontreranno a margine del previsto summit dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco) a Bishkek, in Kirghizistan: lo ha comunicato Yury Ushakov, collaboratore di Putin per la politica estera, durante un briefing a Mosca.
«Dopo l'elezione di Rohani a presidente, è arrivata una proposta dai nostri alleati iraniani per un incontro Rohani-Putin durante il vertice Sco a Bishkek il 13 settembre. Siamo stati molto grati alla parte iraniana per questa iniziativa e ovviamente l'abbiamo sfruttata», ha detto Ushakov.