Siria, oltre 26.000 morti da inizio rivolta
Nel mese appena trascorso ci sono stati 5.440 morti. Lo ha denunciato il presidente dell'Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh), Rami Abdel Rahmane. Brahimi: La mia missione è quasi impossibile. Westerwelle: Dobbiamo preparare riscostruzione post-Assad
DAMASCO - Almeno 26.283 persone sono state uccise nelle violenze dall'inizio della rivolta, nel marzo 2011, in Siria, 5.440 delle quali ad agosto, il mese con il bilancio più pesante di vittime. Lo ha denunciato il presidente dell'Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh), Rami Abdel Rahmane.
Solo l'ultima settimana del mese appena concluso è stata funestata dalla morte di 1.248 persone secondo l'ong, che si basa su una rete di militanti e di testimoni. Sulle 5.440 persone morte ad agosto nelle violenze, 4.114 sono civili, 105 disertori e 1.221 soldati del regime, ha precisato il presidente dell'ong che ha sede in Gran Bretagna, che include tra i civili quanti hanno imbracciato le armi contro il regime de Bashar al Assad.
Sulle 26.283 vittime dall'inizio della rivolta, 18.695 sono civili, 1.079 soldati che hanno disertato e 6.509 militari dell'esercito regolare.
Brahimi: La mia missione è quasi impossibile - La missione del nuovo inviato delle Nazioni Unite e della Lega araba in Siria «è quasi impossibile». Lo ha affermato in un'intervista alla Bbc, lo stesso mediatore internazionale, Lakdar Brahimi, che recentemente ha preso il posto del dimissionario Kofi Annan. «Ho iniziato a lavorare senza alcuna illusione», ha detto il diplomatico algerino, atteso «presto» a Damasco, sottolineando come la sua missione sia «quasi impossibile». Per Brahimi, è «fondamentale e urgente» un cambiamento politico in Siria che non può essere solo di «facciata». «Ci devono essere nuove istituzioni scelte dal popolo siriano», ha sottolineato.
Westerwelle: Dobbiamo preparare ricostruzione post-Assad - Domani si riunisce al ministero degli Affari Esteri a Berlino il «Gruppo di lavoro sulla Ricostruzione Economica del Gruppo di Amici del Popolo Siriano», a cui parteciperanno numerosi esponenti dell'opposizione siriana e della comunità internazionale degli Stati.
Alla vigilia dell'appuntamento, il ministro Guido Westerwelle ha dichiarato: «Benché nessuno sia in grado di prevedere per quanto tempo ancora il regime di Assad possa esercitare la forza contro il proprio popolo, facciamo bene a preparare già ora un nuovo inizio politico ed economico in Siria per il periodo successivo all'uscita di scena di Assad».
Farnesina: L'Italia si prepara al dopo Assad - «La caduta del regime di Assad, quando avverrà, non deve trovarci impreparati. L'Italia è impegnata con i principali partner a definire le linee che guideranno l'azione internazionale e, in questo ambito, il suo impegno nazionale - nei settori dell'aiuto umanitario, del sostegno economico, e della ricostruzione delle istituzioni - nella Siria del 'dopo Assad'».
Cosi' il Ministro degli Esteri Giulio Terzi a margine della prima riunione del «Tavolo Interministeriale sulla Siria», presieduta oggi dal titolare della Farnesina, assistito dal Sottosegretario Marta Dassù, a pochi giorni dall'incontro del «Core Group» del Gruppo degli Amici della Siria svoltosi a Roma il 29 agosto. La riunione odierna, cui hanno partecipato rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e dei Dicasteri Interno, Giustizia, Difesa, Sviluppo Economico, Beni Culturali, Cooperazione Internazionale, ha attivato un Gruppo di Lavoro interministeriale per individuare obiettivi e strumenti di intervento nelle diverse aree prioritarie. L'emergenza umanitaria costituisce la priorità assoluta per l'azione di tutta la comunità internazionale ed anche per l'Italia, che negli ultimi mesi ha realizzato numerosi interventi a favore dei rifugiati siriani in Libano, Giordania - dove ha, fra l'altro, inviato un ospedale da campo e distribuito kit medici - e Turchia, da ultimo con il volo di aiuti in distribuzione in queste ore.
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