Siria, proseguono le violenze, almeno otto morti
Quattro soldati colpiti da un'esplosione in un centro militare nella provincia settentrionale di Aleppo. Damasco: Il ricorso della Turchia alla Nato è contro il piano di Annan
DAMASCO - Sono almeno otto le persone morte oggi nelle violenze in Siria, tra cui quattro soldati colpiti da un'esplosione in un centro militare nella provincia settentrionale di Aleppo.
Due civili sono stati freddati da dei cecchini nel distretto di Juret al-Shayah a Homs, città simbolo della rivolta situata nel centro della Siria e dove sono di base due osservatori delle Nazioni Unite, secondo quanto riferito dall'Osservatorio siriano per i diritti umani che ha base a Londra.
Le forze governative, inoltre, avrebbero ucciso un civile e ferito altri tre nella provincia centrale di Hama. Un altro civile è stato ammazzato dalle forze del regime di Assad a Deir Ezzor, Siria centrale, dove le autorità avrebbero compiuto dei raid.
Damasco: Il ricorso della Turchia alla Nato è contro il piano di Annan - La Siria ha definito «provocatorie» le dichiarazioni di Ankara su un possibile ricorso alla Nato per proteggere le sue frontiere con la Siria, giudicandole «in contraddizione» con il piano di uscita della crisi dell'emissario internazionale Kofi Annan.
«Il Primo ministro Recep Tayyip Erdogan e il ministro degli Esteri Ahmet Davutoglu hanno rilasciato dichiarazioni provocatorie che aggravano la situazione in Siria e compromettono le relazioni bilaterali», ha affermato in un comunicato il portavoce del ministero degli Esteri Jihad Makdessi. Giudicando queste dichiarazioni «in contraddizione» con il piano Annan, ha definito «preoccupante che Erdogan minacci di mobilitare la Nato per proteggere le sue frontiere». Erdogan fa «l'esatto opposto» di una politica di buon vicinato quando «ospita gruppi terroristi armati che non credono al processo politico».
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