19 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Oggi convocati altri cortei di mass a Piazza Tahrir

Egitto: il Governo offre le dimissioni, proseguono gli scontri

Almeno ventisei persone sono state uccise e centinaia sono rimaste ferite in tre giorni di manifestazioni contro il regime militare. Amnesty International ha criticato l'esercito per non aver mantenuto la promessa di migliorare il rispetto dei diritti umani nel Paese

IL CAIRO - Gli attivisti egiziani hanno convocato cortei di massa dopo una notte di stallo tra manifestanti e forze di sicurezza a Piazza Tahrir, simbolo della rivolta al Cairo. In migliaia si sono riversati in piazza nella notte, dopo che il governo ha rassegnato le proprie dimissioni al consiglio militare. Almeno ventisei persone sono state uccise e centinaia sono rimaste ferite in tre giorni di manifestazioni contro il regime militare.

Amnesty International ha criticato l'esercito per non aver mantenuto la promessa di migliorare il rispetto dei diritti umani nel Paese. Ieri sera erano circa 20mila gli egiziani che gremivano Piazza Tahrir dopo che il governo del primo ministro Essam Sharaf aveva annunciato di essere disposto a dimettersi. Un numero comunque inferiore se paragonato alle centinaia di migliaia di persone che avevano portato al rovesciamento di Hosni Mubarak, dopo trent'anni alla presidenza. La piazza è stata però di nuovo teatro di scontri tra le forze di sicurezza e i manifestanti, determinati a vedere i militari cedere il potere a un esecutivo civile.
Una coalizione di gruppi politici ha accusato il consiglio militare di guidare una contro-rivoluzione e ha convocato nuove proteste di piazza per oggi, che i Fratelli musulmano però boicotteranno.

Centinaia di persone hanno trascorso la notte in piazza accampandosi. Il Consiglio supremo delle Forze armate non ha comunicato ufficialmente di aver accettato o meno le dimissioni del governo. Una fonte militare ha riferito alla BBC che non c'è un consenso all'interno del consiglio sul sì alle dimissioni e che sono in corso consultazioni con altri gruppi politici.
In una nota diffusa dall'agenzia di stampa ufficiale Mena, il consiglio ha espresso «profondo rammarico per le vittime di questi dolorosi incidenti» e ha invocato «il massimo grado di auto-controllo». Gli scontri sono iniziati sabato dopo i cortei contro le proposte modifiche alla costituzione annunciate dal governo ad interim. Il consiglio militare ha redatto una bozza di documento che illustra le linee guida per una nuova costituzione, in base alla quale le forze armate e il loro bilancio potrebbero essere esentati dalla supervisione dei civili. A far arrabbiare ancora di più l'opposizione c'è stata inoltre la proposta dell'esercito a rinviare le elezioni presidenziali a fine 2012 o inizio 2013. I manifestanti vogliono che il voto presidenziale si svolga dopo le elezioni parlamentari, che iniziano il 28 novembre e dureranno tre mesi.
I disordini hanno provocato incertezza sul futuro delle elezioni, ma il consiglio militare ha fatto sapere che andrà avanti con i piani.