2 ottobre 2025
Aggiornato 19:30
Medio Oriente | Il programma nucleare iraniano

L'AIEA aumenta le pressioni su Teheran

Il Direttore Generale Amano vuole inviare una missione di osservatori in Iran. Mosca: Inaccettabile il ricorso alla forza e anche le sanzioni. Intanto il bilancio dell'esplosione del deposito armi sale a 36 morti

TEHERAN - Si intensificano le pressioni si Teheran per il suo controverso programma nucleare. Il direttore generale dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica (Aiea) Yukiya Amano ha infatti dichiarato di aver proposto l'invio di una missione in Iran per chiarire gli elementi dell'ultimo rapporto dell'Agenzia relativi a una possibile «dimensione militare» del programma iraniano, mentre i paesi del gruppo dei «5+1» hanno depositato una risoluzione all'Aiea - che sarà discussa domani a Vienna - che esprime una «profonda preoccupazione» per le attività nucleari iraniane.
«Ho scritto al vice presidente Fereydoun Abbassi il 2 novembre per proporre l'invio di una squadra di esperti di alto livello per chiarire i punti presenti sugli allegati» nell'ultimo rapporto sull'Iran, ha spiegato Amano in un discorso al consiglio dei governatori dell'Aiea, che ha preso il via ieri.
Il consiglio, che raggruppa i 35 paesi membri, domani discuterà quindi la risoluzione del «5+1» (i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza e la Germania), che «esprime una preoccupazione profonda e crescente riguardo alle questioni non risolte del programma nucleare iraniano, comprese quelle che devono essere chiarite per escludere l'esistenza di una possibile dimensione militare (del programma)».

Amano vuole inviare una missione di osservatori in Iran - La risoluzione non fissa alcuna scadenza all'Iran per rispondere ai numerosi elementi del recente rapporto dell'Aiea, che accusa Teheran di aver lavorato dal 2003 per fabbricare la bomba atomica. Essa richiede semplicemente al direttore generale dell'agenzia, Yukiya Amano, «di includere nel suo rapporto del marzo 2012 una valutazione dell'attuazione di questa risoluzione». Il testo ricorda poi che è «essenziale per l'Iran e per l'agenzia intensificare il loro dialogo» e chiede alla Repubblica islamica di «rispettare interamente e senza ritardi i suoi obblighi» internazionali.
A parziale difesa di Teheran si è espresso nuovamente oggi il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, il quale, a conclusione dell'incontro con il capo della diplomazia europea Catherine Ashton, ha dichiarato che è «inaccettabile» anche solo ipotizzare sanzioni o, ancor peggio, un'azione di forza contro l'Iran. Solo la via negoziale, ha detto Lavrov, permetterà di ottenere reali garanzie sul «regime di non proliferazione delle armi atomiche».

Mosca: Inaccettabile il ricorso alla forza e anche le sanzioni - Per la Russia è «inaccettabile» anche solo ipotizzare sanzioni o, ancor peggio, un'azione di forza contro l'Iram. Lo ha ribadito oggi il ministro russo degli Esteri, Sergey Lavrov, a conclusione dell'incontro con il capo della diplomazia europea Catherine Ashton.
Solo la via negoziale, ha detto Lavrov, permetterà di ottenere reali garanzie sul «regime di non proliferazione delle armi atomiche». Secondo il capo della diplomazia moscovita, «arrivare a questo risultato sarebbe la migliore risposta, per giunta in tempi prevedibili, ai tentativi di diffondere paure tramite i media e di cercare di spostare il processo negoziale a un piano di contrapposizione, con diverse minacce e sanzioni, e addirittura il ricorso alla forza.«

Il bilancio dell'esplosione del deposito armi sale a 36 morti - L'esplosione di un deposito di munizioni dei Guardiani della rivoluzione avvenuta il 12 novembre scorso, nella periferia di Teheran, ha provocato almeno 36 morti, secondo differenti bilanci pubblicati dalla stampa iraniana con la lista dei nomi. Il bilancio ufficiale della deflagrazione, presentata come accidentale e nella quale è morto il generale di divisione Hassan Moghadam, fondatore dell'unità di artiglieria dei Guardiani della Rivoluzione, l'esercito d'elite della Repubblica islamica, era fino ad oggi di 17 morti.
Secondo il settimanale americano Time, che cita una fonte di intelligence occidentale, ci sarebbero i servizi israeliani del Mossad dietro l'esplosione avvenuta cinque giorni fa in un deposito di munizioni alle porte di Teheran.