20 aprile 2024
Aggiornato 14:00
La rivolta siriana

Siria, Erdogan ad Assad: «Il tuo tempo è finito»

Il Premier turco: «I libici dimostrano che la repressione non vincerà». Denuncia francese: bambino di 8 anni torturato a morte. Continuano le manifestazioni: 18 morti nelle ultime 24 ore

TRIPOLI - I cittadini libici hanno dimostrato perchè la repressione in Libia non avrà successo. Lo ha affermato il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, che ha ricevuto a Tripoli un'accoglienza quasi da eroe.
«Siete coloro che hanno dimostrato al mondo intero che nessuna amministrazione può frapporsi alla volontà del popolo», ha detto Erdogan in una conferenza stampa a Tripoli, «è quel che devono realizzare coloro che opprimono il popolo in Siria». «Questo tipo di dirigenti devono comprendere che la loro era è finita perché il tempo dei regimi oppressori è terminato», ha aggiunto. La sanguinosa repressione delle proteste in Siria ha provocato problemi ad Ankara, un tempo alleata di Damasco nella regione, con il riversarsi di almeno 7000 profughi in territorio turco dal confine meridionale con la Siria.
«E' impossibile avere successo per chi resiste alla volontà e i desideri del popolo in generale. I libici hanno già espresso la loro volontà», ha sottolineato il capo del governo di Ankara.
Erdogan ha detto che il popolo di Sirte deve inoltre sostenere il movimento per il cambiamento. «La Libia appartiene al popolo della Libia», ha affermato, chiarendo che non deve mai trasformarsi in un Iraq.

Denuncia francese: bambino di 8 anni torturato a morte - La Francia ha salutato «la formazione a Istanbul di un Consiglio nazionale siriano» e ha reagito «con orrore» alla notizia secondo cui un bambino di otto anni sarebbe stato torturato e assassinato in Siria. Lo ha dichiarato il ministero degli Esteri francese.
«Ogni iniziativa che mira a unificare l'opposizione e ad aprire la prospettiva di una Siria democratica e rispettosa di tutti i suoi cittadini è positiva», ha sottolineato in una dichiarazione il portavoce del ministero, Bernard Valero. Ha nuovamente denunciato la «politica di repressione brutale» del regime siriano, che cerca, secondo lui, «di dividere la società».
Riuniti a Istanbul, gli oppositori siriani hanno presentato un elenco di 140 membri del loro «Consiglio nazionale». Il sessanta per cento dei membri del Consiglio, la cui creazione era stata annunciata il 23 agosto, vive in Siria.
Bernard Valero, in una dichiarazione distinta, ha affermato di aver «appreso con orrore che un bambino di otto anni sarebbe stato torturato e assassinato in Siria». «Se questa spaventosa notizia fosse confermata, sarebbe una nuova prova della barbarie del regime siriano, che si inserisce nell'orrore, che infrange gli ultimi tabù e non esita ad attaccare bambini per terrorizzare la sua popolazione», ha aggiunto.
Il portavoce non ha dato alcuna indicazione sull'identità di questo bambino né le circostanze della scoperta del suo cadavere.

Continuano le manifestazioni: 18 morti nelle ultime 24 ore - Almeno altri diciotto civili siriani sono stati uccisi dalle forze di sicurezza nel corso delle ultime 24 ore nelle numerose manifestazioni anti-governative indette dall'opposizione soprattutto per oggi, in concomitanza con la giornata di preghiera. Ieri l'opposizione attraverso internet aveva chiamato a una protesta a oltranza contro il regime fino alla sua deposizione.
Come riportano fonti delle organizzazioni siriane per la difesa dei diritti umani, gli scontri più gravi sono avvenuti nella località di Hilfaya dove quattro persone sono state uccise e altri undici ferite, di cui tre in modo grave; nella vicina Hama gli agenti hanno circondato la moschea di Saad Ben abi Waqas per prevenire una protesta anti-regime.
Altre due persone sono state uccise nel villaggio di Sargé e una terza a Kafar Ueid, nella regione di Jabal al-Zawia; altri due manifestanti sono stati uccisi ad Homs, dove migliaia di persone sono scese per le strade in diversi quartieri. Numerosi carri armati e trasporto truppe stanno dirigendo verso la località di Maarat al-Noamane, nel nord del Paese, dove ieri almeno due manifestanti sono stati uccisi e altre 73 feriti nel corso di rastrellamenti dell'esercito.
Infine, a Jabal al-Zawia e Homs sono stati scoperti i corpi di otto persone uccise nell'arco delle ultime 24 ore; la televisione di Stato siriana da parte sua ha annunciato l'uccisione di un agente di polizia nella località di Basr al-Harir, nel corso di un attacco condotto da un «gruppo armato» contro le forze dell'ordine. Dall'inizio delle proteste contro il governo, nello scorso mese di marzo, la repressione del regime di Bashar al Assad ha causato oltre 2.700 morti e migliaia di dispersi; almeno 15mila civili si trovano attualmente detenuti nelle carceri siriane.