Massacro di Hama, la condanna internazionale
Francia, Gran Bretagna e Germania auspicano l'intervento del Consiglio di Sicurezza dell'ONU
DAMASCO - E' un vero e proprio massacro quello compiuto oggi ad Hama, in Siria, dall'esercito fedele al regime di Bashar al Assad. Carri armati hanno fatto irruzione in città, lanciando granate e aprendo il fuoco sulla popolazione civile: almeno 95 persone sono rimaste uccise secondo quanto riferito dall'Organizzazione nazionale per i diritti dell'Uomo.
Secondo il presidente dell'Organizzazione, Ammar Qourabi, gli attacchi dell'esercito contro i manifestanti in tutto il Paese avrebbero provocato oggi la morte di almeno 121 persone, mentre i feriti sarebbero centinaia. Le stragi sono state condannate dalla comunità internazionale, mentre si moltiplicano gli appelli perché il Consiglio di Sicurezza dell'Onu assuma delle iniziative.
«Questo attacco sembra iscriversi in un'azione coordinata in un certo numero di città per tentare di dissuadere il popolo siriano a manifestare prima del ramadan», ha dichiarato il ministro degli esteri britannico William Hague, secondo il quale Assad «si sbaglia se crede che l'oppressione e la forza militare metteranno fine alla crisi nel suo Paese».
Il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle si è detto «profondamente scosso» dall'offensiva lanciata dalle forze di sicurezza siriane ad Hama minacciando Damasco di nuove sanzioni e dicendosi «assolutamente convinto che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha il dovere di reagire».
«La repressione e le violenze contro la popolazione sono particolarmente inaccettabili alla vigilia del mese sacro del Ramadan e non possono che condurre ad ulteriore violenza ed instabilità nel Paese», ha dichiarato da parte sua il ministro degli Esteri francese Alain Juppé, aggiungendo che «i dirigenti politici e militari siriani devono sapere che dovranno rendere conto delle loro azioni»; la Francia «desidera che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si prenda le sue responsabilità e si esprima con forza e chiaramente, come già ha fatto più volte il Segretario generale delle Nazioni Unite», ha concluso Juppé.
Infine, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha rivolto un appello al governo siriano per la cessazione immediata delle violenze contro i civili, condannando duramente«questo ulteriore orribile atto di repressione violenta contro i manifestanti che protestano da giorni in maniera pacifica»; Frattini ha poi auspicato che in Siria si possa giungere ad una soluzione della crisi, che deve essere trovata attraverso l'attuazione delle riforme da parte del governo e tramite l'avvio di un dialogo inclusivo con l'opposizione.
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