19 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Rivolta in Egitto

Il «Venerdì della partenza» non ha scosso Mubarak

Pressioni USA e UW, ma il rais non rinuncia al potere. Nel frattempo, al Cairo si scendeva in piazza per l'undicesimo giorno consecutivo

IL CAIRO - Dopo le violenze dei giorni scorsi il «venerdì della partenza» si è svolto pacificamente, ma l'obbiettivo politico immediato dell'opposizione, l'addio al potere di Hosni Mubarak, è al momento rimandato.
Il premier Ahmed Shafiq ha ribadito alla rete satellitare Al Arabiya che il rais non ha alcuna intenzione di passare la mano al vice Omar Suleiman, come aveva suggerito la diplomazia statunitense; ma di transizione «immediata» ha parlato oggi anche l'Europa.
Il Consiglio dell'Ue ha infatti approvato una dichiarazione, in cui i capi di Stato e di governo dei Ventisette chiedono «l'inizio immediato della transizione» e fanno appello alle autorità del Cairo affinché «rispondano alle legittime aspirazioni del popolo egiziano con le riforme politiche e non con la repressione».

Nel frattempo, al Cairo si scendeva in piazza per l'undicesimo giorno consecutivo. Allentatasi la tensione vissuta giovedì, i manifestanti che chiedono le immediate dimissioni del presidente, Hosni Mubarak, si sono radunati in piazza Tahrir, cuore e simbolo della protesta, per quello che era stato definito «il venerdì della partenza». Un giorno caratterizzato più che altro dall'arrivo in piazza di importanti uomini politici e di spettacolo e, dall'altra, da dichiarazioni che fanno credere che, nonostante le pressioni internazionali, Mubarak cercherà di restare al potere fino al termine del suo mandato.
L'undicesimo giorno di protesta è stato il primo in piazza di Amr Moussa, segretario generale della Lega Araba. «Condivido le aspirazioni di questa gente» ha raccontato alla BBC. «I manifestanti chiedono a gran voce il cambiamento e le riforme. Chiedono che si apra una nuova era in Egitto; le loro domande e aspirazioni sono le mie. L'Egitto ha bisogno di un nuovo inizio» ha concluso, aprendo a una sua possibile candidatura alla presidenza.