23 agosto 2025
Aggiornato 14:30
Legge su media

Ungheria, Barroso: la libertà di stampa è un valore sacro

Il Presidente della Commissione ne parlerà con il governo di Budapest venerdì. Portavoce: «Esamineremo anche compatibilità con Carta diritti UE»

BRUXELLES - Il presidente della Commissione, José Manuel Barroso, ha sottolineato oggi a Bruxelles che «nell'Unione europea la liberta' di stampa è un principio sacro, uno dei valori fondamentali», e ha annunciato che parlerà dei «dubbi» dell'Esecutivo comunitario sulla legge ungherese sui media durante la sua riunione di venerdì prossimo con il governo di Budapest, presidente di turno del Consiglio Ue nel primo semestre di quest'anno.

La commissaria europea responsabile per le telecomunicazioni, Neelie Kroes, «ha espresso dei dubbi e preoccupazioni sulla nuova legge», e, ha detto Barroso, «io, ne parlerò dopodomani con il primo ministro ungherese, Viktor Orban», durante la visita della Commissione a Budapest. «Con il dialogo con le autorità ungheresi vogliamo delle chiarificazioni per dissipare i dubbi esistenti, ma non siamo ancora a una procedura d'infrazione formale. Siamo sul terreno giuridico e dobbiamo seguire le procedure giuridiche; non intendo pregiudicare ora i risultati di questo dialogo», ha spiegato ancora il presidente della Commissione.

Intanto il governo ungherese ha fatto pervenire nelle scorse ore a Bruxelles la sua notifica, con una versione tradotta in inglese, della legge ungherese sui media, come ha riferito oggi un portavoce della Commissione, Olivier Bailly, precisando che il testo contiene «194 pagine», per cui «si comprende quanto sia complesso analizzarlo», un lavoro che richiederà all'Esecutivo comunitario non pochi giorni, ma «settimane e forse mesi».

«Dovremo analizzare ciò che nella legge ungherese dipende dalla trasposizione della direttiva Ue del 2007 (il testo sulle telecomunicazioni che ha sostituito la direttiva 'Tv senza frontiere', ndr), e quelli che sono invece degli elementi aggiunti dal legislatore», ha spiegato Bailly.
«Dovremo verificare - ha proseguito il portavoce - che gli elementi ripresi dalla direttiva siano trasposti integralmente e correttamente, e che le disposizioni aggiuntive, se toccano le competenze comunitarie, non comportino violazioni del diritto Ue, ovvero dei Trattati, della legislazione comunitaria e della stessa Carta dei diritti fondamentali. E se c'è un'infrazione, la Commissione aprirà una procedura».
Bailly ha poi giustificato la cautela della Commissione nel prendere posizione su questa vicenda, rispetto alle dichiarazioni politiche molto dure emesse da responsabili governativi in Francia e Germania, che hanno chiesto a Budapest di modificare la legge per il suo impatto sulla libertà di stampa. «Noi, come guardiani dei Trattato Ue - ha spiegato -, dobbiamo fornire una solida analisi giuridica ogni volta che ci sono dei dubbi. Ne va della credibilità della Commissione, a cui è stato affidato un potere quasi giudiziario, quello di far applicare il diritto comunitario». Comunque, ha aggiunto il portavoce, che ha parlato poco prima di Barroso, «la Commissione tiene molto alla libertà di stampa, conformemente ai valori dell'Ue e all'art. 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione», che sancisce la libertà di espressione e di ricevere informazioni senza ingerenza da parte delle pubbliche autorità. Questa, ha concluso Bailly, «è la linea politica che il presidente Barroso porterà venerdì a Budapest».