28 marzo 2024
Aggiornato 22:30
Informazione

Di Maio spiega la linea "anti-giornalisti" del M5s e attacca gli editori «impuri»

Dopo i duri attacchi firmati da Alessandro Di Battista prende parola il capo politico: «Per essere libera, l'informazione in Italia deve fare molta strada»

Luigi Di Maio a Non è l'Arena, programma tv di Massimo Giletti ANSA/CLAUDIO PERI
Luigi Di Maio a Non è l'Arena, programma tv di Massimo Giletti ANSA/CLAUDIO PERI Foto: ANSA/CLAUDIO PERI ANSA

ROMA - «Non si può accusare il M5s di essere contro la libertà di informazione, abbiamo sempre rilanciato le inchieste dei giornalisti, anche quelle scomode per noi». Inizi così l'intervento su Facebook del vicepremier Luigi Di Maio dopo le polemiche scatenate dai giudizi offensivi sui giornalisti espressi da lui stesso e da Alessandro Di Battista. «Ricorderete» ha spiegato il leader del M5S «che durante la campagna elettorale ho ringraziato Filippo Roma delle Iene per aver scoperto la questione di qualche furbetto che non restituiva gli stipendi e li abbiamo messi fuori». Di Maio spiega di aver addirittura «pregato» gli iscritti del Movimento 5 stelle di non scrivere contro la Iena «perché sapevamo benissimo che quella era un'inchiesta sacrosanta che ci ha aiutato a fare pulizia dentro di noi». Allo stesso modo «abbiamo rilanciato Bloody Money, l'inchiesta di Fanpage che riguardava tutta la questione del traffico di rifiuti che partiva da uno dei figli di De Luca e arrivava fino al Veneto e che non ha avuto l'importanza che meritava».

Ma l'informazione in Italia «non è libera»
La libertà di informazione, spiega Di Maio, «è una tema che abbiamo molto a cuore, lo abbiamo portato avanti dal secondo V Day». Ma «per essere libera» la teoria del vicepremier «l'informazione in Italia deve fare ancora molto strada. Per essere libera non ci devono essere editori che hanno conflitti di interessi. Oggi abbiamo iniziato un approfondimento sul blog delle stelle sugli editori detti impuri, perché hanno interessi economici in altri ambiti. Interessi economici oppure politici». Nel mirino Berlusconi, Benedetti, Caltagirone e Angelucci. «Faremo degli appronfondimenti per dimostrare che: come può un giornale o una tv essere libera se ha un editore che ha interessi in alcune questioni economiche del Paese o addirittura politiche? Perché quando si prende una decisione politica si incide sugli effetti economici di quelle decisioni politiche».

La difesa dei giornalisti epurati
Di Maio ricorda anche la difesa del Movimento 5 stelle ai giornalisti epurati, «dalla destra e dalla sinistra» e - sottolinea - «mi dispiace che allora non ci siano state, soprattutto nell'epoca renziana, queste rivolte contro le epurazioni della Rai». Ad esempio Berlusconi, ricorda Di Maio, «faceva gli editti bulgari contro Biagi, Luttazzi, Santoro, che abbiamo difeso a suo tempo. Ma poi abbiamo vissuto l'epoca renziana, con Gabanelli, Giannini, Giletti, Floris, Mercalli, tutti giornalisti che sono stati epurati dalla Rai e mandati via». Queste persone n«oi le abbiamo difese, nonostante molte di queste persone non la pensavano bene sul M5S e nelle loro trasmissioni ci siamo beccati anche degli interrogatori del tenore degli interrogatori sugli arrestati, ma va bene. Porro. Tutti giornalisti che facevano fare share alla Rai, non solo questione di libertà ma di progetto industriale. Queste persone le abbiamo difese, abbiamo attaccato quei governi».