24 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Cambiamenti climatici

Il ghiaccio Artico non corre pericoli imminenti

Nel 2010 la calotta non si è ridotta al minimo record raggiunto nel 2007. Sempre meno probabile la scomparsa dei ghiacci nel giro di pochi anni

NEW YORK - La calotta ghiacciata che ricopre il mare Artico si è sciolta velocemente quest'anno, ma non si è ridotta al minimo record raggiunto nel 2007. Sono i risultati preliminari del National Snow and Ice Data Center statunitense, che anticipa i dati che saranno pubblicati a ottobre. Il ghiaccio si è sciolto a un ritmo insolitamente veloce, ma ora il minimo estivo è stato superato e la calotta ghiacciata è entrata nella fase invernale di crescita. Il minimo di quest'anno è il terzo più piccolo da quando i satelliti ne registrano le dimensioni. Nel momento di minor superficie, il 10 settembre scorso, il ghiaccio copriva 4,76 milioni di chilometri quadrati, una superficie più ampia che nel 2007 e nel 2008, ma inferiore a quella di tutti gli altri anni dal 1979. Walt Meier, ricercatore del centro, spiega alla Bbc che «è stata una stagione calda breve, il periodo dal massimo al minimo è stato il più breve che abbiamo registrato, ma il ghiaccio era così sottile che che si è sciolto molto in fretta».

Secondo la Nasa gli ultimi 12 mesi sono stati i più caldi degli ultimi 130 anni, in parte a causa di El Nino, un fenomeno che avviene nel Pacifico e che ha l'effetto di aumentare le temperature globali. Le condizioni nel Pacifico stanno cambiando con l'avvento de La Nina, più fresca, e «probabilmente, ma non certamente» il 2010 sarà l'anno più caldo mai registrato. Il ghiaccio artico è influenzato dai trend globali, ma giocano anche venti e correnti locali. Il ghiaccio cioè può concentrarsi in regioni diverse del polo nei vari anni: quest'anno ad esempio la relativa assenza di ghiaccio attorno all'Alaska ha portato a terra decine di migliaia di trichechi del Pacifico.
A più lungo termine i dati del centro confermano l'idea di una graduale scomparsa della calotta ghiacciata estiva nell'Artico, spiega Meier. Ma i modelli al computer che prevedono una scomparsa dei ghiacci a breve, addirittura già nel 2013, sembrano troppo estremi. «Le possibilità di una scomparsa in tempi molto brevi è sempre meno probabile. Ma la data 2040/2050, molto citata, è ancora possibile. Potrebbe essere sbagliata, ma i dati non la smentiscono».