20 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Il caso Sakineh

Attivista: da Teheran solo giochetti

Ahmad Fatemi: «Di una sospensione della sentenza se ne parla da luglio, ma non esiste una nota ufficiale»

TEHERAN - E' dall'inizio di luglio che si parla di sospensione della pena per il riesame del caso di Sakineh, ma non è mai stato pubblicato un atto ufficiale che lo confermi. A dirlo, intervistato da Apcom, è Ahmad Fatemi, attivista iraniano del Comitato internazionale contro la lapidazione. Che vuole fare chiarezza sulla situazione della donna condannata a morte, di cui il mondo intero si sta occupando.

«La sentenza non è mai stata sospesa, per quanto ne sappiamo noi e l'avvocato di Sakineh. Nessun documento ufficiale a tale proposito è stato pubblicato» ha dichiarato Fatemi. «Dall'inizio di luglio si parla di una revisione, per quanto riguarda il caso di adulterio. Allora non esisteva alcuna accusa di omicidio, è stata introdotta più tardi per 'legittimare' l'esecuzione della condanna a morte tramite lapidazione o impiccagione. Noi non ci beviamo i giochetti della loro nauseante propaganda e continueremo a batterci fino a quando Sakineh non sarà liberata, perché non ha commesso alcun crimine» ha aggiunto Fatemi.
L'attivista iraniano è convinto, comunque, che la pressione internazionale abbia finora salvato Sakineh, «che altrimenti sarebbe stata lapidata all'inizio di luglio». «Ma ci sono almeno altre 22 persone condannate alla lapidazione. La comunità internazionale ha fermato l'Iran dal commettere questo atto feroce, finora. Purtroppo, però, le condanne eseguite per impiccagione o in altro modo non si sono mai fermate».