Shrin Ebadi: l'Occidente non fermi pressioni per Sakineh
La prima donna mussulmana a vincere il Premio Nobel per la pace: «Se si sentirà assediata, Teheran dovrà fare un passo indietro»
ROMA - Per salvare la vita a Sakineh Mohammadi, è «importante che adesso l'Occidente non abbassi la guardia»: è quanto spiega in un'intervista a La Stampa Shirin Ebadi, la prima donna musulmana a vincere il Premio Nobel per la Pace, nel 2003. «Bisogna continuare a tenere desta l'attenzione», occorre «che l'opinione pubblica non smetta di fare pressione, che tutti facciano la loro parte fino in fondo, che non prevalga la prudenza, il tatticismo», afferma l'ex giudice del tribunale di Teheran.
«Se la stampa dei paesi liberi dimentica i diritti umani, per noi sarà molto peggio», sostiene Shirin Ebadi. «Nulla può peggiorare la situazione di Sakineh, peggio di com'è adesso non può essere. Io credo che il regime iraniano, di fronte a tutte queste richieste a livello internazionale, dovrà fare un passo indietro», commenta il premio Nobel.