23 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Continua la lotta contro le fiamme

In Russia gli incendi divampano ancora

Medvedev ha revocato lo stato di emergenza in tre delle sette regioni colpite. Nuovo focolaio nei pressi del centro nucleare di Sarov

MOSCA - Il presidente russo Dmitri Medvedev ha revocato lo stato di emergenza in tre delle sette regioni colpite dagli incendi di foreste e torbiere, ma resta preoccupante la situazione nei pressi del centro nucleare di Sarov, mentre non diminuiscono i timori che gli incendi nelle zone contaminate possano disperdere nell'aria materiali radioattivi. «Resta lo stato d'emergenza in quattro territori, Le regioni di Mordovia, Mosca, Niznji Novgorod, Ryazan», è revocato «nelle regioni di Vladimir, Mari El e di Voronezh» nella Russia centrale e occidentale, ha detto Medvedev n occasione di una visita a Taganrog, nel sudovest del paese.
Il ministero delle Situazioni di Emergenza ha annunciato che il fronte degli incendi oggi si è ridotto a 81.000 ettari. Da luglio sono bruciati 800.000 ettari di boschi, uccidendo 54 persone, secondo il bilancio ufficiale.

La lotta contro le fiamme continua nei pressi di Sarov, sede di un importante centro di ricerca nucleare, a 500 chilometri a est di Mosca. Nella zona è comparso ieri un nuovo focolaio d'incendio, ha detto all'Afp un portavoce del ministero, Mikhail Turkov, spiegando che sono stati inviati 70 uomini di rinforzo nell'area, che daranno manforte ai 3.400 che già combattono gli incendi nell'area da una settimana. «Due aerei e due elicotteri sono nell'area» ha aggiunto. E' arrivato anche un treno speciale con grandi quantità d'acqua e potenti getti antincendio, mentre sono ancora interrotti i collegamenti ferroviari con Sarov. A terra i pompieri ammettono la loro impotenza, secondo le testimonianza raccolte dall'Afp. Nei giorni scorsi due militari hanno trovato la morte per il fuoco che dalla scorsa settimana assedia l'installazione atomica. Dopo aver negato i pericoli, solo il 4 agosto le autorità russe hanno confermato di aver evacuato i materiali fissili ed esplosivi dal centro, ma lunedì hanno annunciato di averli riportati nell'impianto, perchè le fiamme erano stato ufficialmente domate.

Altro motivo di preoccupazione in Ucraina: il ministero delle Situazioni d'emergenza di Kiev ha rivelato che vari ettari di torbiera sono in fiamme da tre giorni a 60 chilometri a sud della vecchia centrale di Chernobyl, teatro della più grande catastrofe nucleare civile della storia, avvenuta nel 1986. L'incendio scoppiato a Sosnivka, 60 chilometri a nord di Kiev, «non presenta pericoli» ha detto la portavoce del ministero Viktoria Ruban. La zona di sicurezza attorno alla centrale è di 30 chilometri. L'Ucraina come la vicina Russia, è in ginocchio per un'ondata di caldo senza precedenti accompagnata da incendi delle torbiere. Solo ieri il servizio russo di tutela delle foreste ha ammesso che da luglio gli incendi hanno devastato circa 4.000 ettari di boschi contaminati da materiali radioattivi, tra i quali 300 ettari nell'area di Bryansk, vicino a Chernobyl.

Gli esperti russi e occidentali minimizzano i rischi legati alla propagazione dei materiali nucleari e l'ufficio meteo russo oggi ha reso noto che i livelli di radioattività non sono aumentati.
Mosca infine oggi è stata ancora risparmiata dal caldo e dallo smog che l'hanno oppressa fino a martedì. Ma un incendio si è sviluppato nel corso della giornata nel grande parco cittadino di Losiny Ostrov, mobilitando varie squadre di pompieri che lo hanno infine spento. Evacuati invece per le fiamme due villaggi a una centinaio di chilometri dalla capitale. Il presidente Medvedev ha annunciato che un quarto del raccolto di cereali russo è andato perduto per la siccità e gli incendi.