Nuove accuse a Ratzinger: non rimosse prete pedofilo
L'Ap: «In una lettera fece resistenza alla riduzione allo stato laicale di Stephen Kiesle, accusato di abusi»
CITTÀ DEL VATICANO - Dopo gli articoli del New York Times, l'Associated Press critica il Papa sullo scandalo della pedofilia nella Chiesa cattolica con un episodio che accadde nel 1985 negli Stati Uniti. Per la prima volta, però, c'è un documento firmato da Joseph Ratzinger. L'agenzia stampa statunitense ha ricostruito così i fatti.
Nel 1981 la diocesi di Oakland chiese al Vaticano che padre Kiesle venisse rimosso; era l'anno di nomina di Ratzinger alla testa della Congregazione per la Dottrina della fede. In precedenza, nel 1978, il sacerdote era stato condannato a tre anni di libertà vigilata per molestie e condotta lasciva a danno di due ragazzi. Nel 1982, il vescovo di Oakland, John Cummins, scrisse alla Congregazione per la dottrina della fede sostenendo la necessità che il sacerdote non venisse riammesso nel lavoro pastorale.
Ratzinger rispose nel 1985. Nella missiva, che l«Ap' ha fatto tradurre dal latino , il futuro Papa afferma che gli argomenti a favore della rimozione del sacerdote sono di «grande significato», ma aggiunge che simili azioni necessitano grande cautela e più tempo. Il cardinal Ratzinger consigliava al vescovo americano di assicurare al sacerdote «la massima cura paterna possibile». Ratzinger sottolineava poi che qualunque decisione relativa alla riduzione allo stato laicale di padre Kiesle doveva tenere in considerazione «il bene della Chiesa universale».
A padre Kiesle furono rimossi i poteri sacerdotali nel 1987. I documenti non indicano che ruolo ebbe Ratzinger nella decisione. Nel 2002 il sacerdote fu arrestato con 13 accuse di molestie dagli anni Settanta. Nel 2004 fu condannato a sei anni di prigione per gli abusi su una bambina di sei anni. Oggi ha 63 anni.
In serata il Vaticano ha smentito non l'esistenza della lettera ma il suo significato. «L'allora cardinale Ratzinger non coprì il caso ma, come si evince chiaramente dalla lettera, fece presente la necessità di studiare il caso con maggiore attenzione. Da tener presente che la rimozione dall'incarico era allora competenza del vescovo locale e non della Congregazione della Dottrina della fede» dichiara il vicedirettore della sala stampa vaticana, padre Ciro Benedettini.
In precedenza, il portavoce vaticano padre Lombardi aveva affermato che il Papa è disposto ad incontrare altre vittime dei preti pedofili dopo gli incontri già avuti negli Stati Uniti e in Australia. Padre Lombardi, in una nota diffusa dalla 'Radio vaticana', ha poi affermato che «la trasparenza e il rigore si impongono come esigenze urgenti di una testimonianza di governo saggio e giusto nella Chiesa».
Bagnasco: «Certi ambienti contro il Papa» - Il Papa viene difeso anche dal cardinale Angelo Bagnasco nel corso di un'intervista alla Cnn. Sembra che ogni atto del Papa «irriti» certi ambienti e «uno si deve chiedere il perché», ha detto il presidente della Conferenza episcopale italiana. «La Chiesa ha sempre perseguito e dato indicazioni di massima trasparenza e fermezza nell'affrontare la pedofilia. Non c'è stata una cultura del silenzio imposta o predicata dalla Chiesa, a nessun livello. È sotto gli occhi di tutti il fatto che diversi vescovi di varie nazioni, una volta trovati responsabili di non essere prontamente intervenuti contro alcuni preti e avere nascosto i fatti, si sono dimessi», ha detto il cardinale.
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