28 agosto 2025
Aggiornato 00:00

Scandalo pedofilia, il Papa scrive lettera agli Irlandesi

Ogni giorno si apre un nuovo fronte. Scoperti casi anche in Brasile e in Austria

ROMA - Lo scandalo della pedofilia nella chiesa continua ad allargarsi, e quasi ogni giorno si apre un nuovo fronte. Così, proprio nel giorno in cui papa Benedetto XVI ha annunciato l'invio di una lettera agli irlandesi su questa «situazione dolorosa», è rimbalzato in Europa un grave caso emerso in Brasile: la polizia brasiliana ha aperto un'indagine su tre sacerdoti, accusati di aver abusato sessualmente di bambini per molti anni.

Lo scandalo è scoppiato in realtà nei giorni scorsi dopo che l'emittente televisiva Sbt ha trasmesso un filmato che mostra un prete di 82 anni - Luiz Marques Barbosa - mentre ha un rapporto sessuale con un ragazzo del coro di 19 anni, al suo servizio per quattro anni. La registrazione è stata realizzata con una telecamera nascosta da un 21enne, che sostiene che Barbosa abbia approfittato di lui quando aveva soltanto 12 anni. Interpellato oggi nell'ambito di un servizio su questi casi presunti di pedofilia, Barbosa ha fatto sapere di poter rispondere a questa domanda soltanto «in confessionale». La polizia brasiliana vuole far luce anche sui casi di monsignor Raimundo Gomes, 52 anni, e di padre Edilson Duarte, 43 anni.

Ma il caso più grave per il momento resta sempre quello dell'Irlanda, dove anche il primate dell'isola, il cardinale Sean Brady, è stato accusato di insabbiamento per abusi risalenti agli anni Settanta. Anche per questo oggi il papa ha annunciato, salutando i pellegrini di lingua inglese presenti all'udienza generale in piazza San Pietro, una lettera che sarà firmata venerdì prossimo.

Il cardinale Brady, durante la messa di San Patrizio, ha pronunciato un 'mea culpa': «Voglio dire a tutti coloro che sono stai feriti da ogni mio fallimento che chiedo scusa a di tutto cuore», ha detto, «guardando indietro, mi vergogno per non essere sempre stato fedele ai valori ai quali professo di credere». Il primate nei giorni scorsi aveva affermato che non si dimetterà che su esplicita richiesta papale.

Intanto, anche in Austria - colpita nelle scorse settimane dallo scandalo assieme alla Germania - sono emersi nuovi casi: sarebbero otto infatti le vittime di presunte violenze fra i componenti del Coro di Vienna, i Wiener Saengerknaben.