Pedofilia, la Diocesi Monaco di Baviera: tolleranza zero
Si è dimesso l'abate benedettino di Ettal. «Chiarire le accuse»
MONACO DI BAVIERA - Si allarga lo scandalo dei preti pedofili in Germania e, dopo le prime denunce del settimanale Spiegel, ora tocca anche Monaco di Baviera. Dopo le dimissioni di un abate benedettino, l'arcidiocesi chiede «piena trasparenza» sui fatti del passato remoto e recente e promette «tolleranza zero».
«L'arcidiocesi di Monaco e Frisinga si attende dall'abate benedettino di Ettal un chiarimento senza riserve delle accuse di abusi sessuali sui minori nella scuola o nel collegio del monastero», afferma la nota diffusa nella tarda serata di ieri. «Per l'abuso sessuale di bambini e adolescenti, non ci può essere alcuna tolleranza. Quindi mi aspetto che dal monastero un inflessibili chiarimento e trattamento delle accuse e dei possibili crimini», afferma nella nota il vicario generale della diocesi, monsignor Peter Beer. «Non si tratta solo degli eventi dei passati decenni, che oggi possono essere sono difficilmente perseguiti penalmente. Bisogna anche rispondere alla domanda se ancora nel recente passato ci sono stati colpe ed errori».
L'abate del convento benedettino di Ettal, padre Barnabas Boegle, si è dimesso ieri. Otto ex allievi del collegio hanno recentemente affermato di essere stati vittima di abusi sessuali nel 1954, ma anche negli anni Settanta e Ottanta. Ora l'arcidiocesi chiede all'abbazia di specificare quanti casi sono noti, che tipo di crimine è stato compiuto e se il monastero si è adeguato alle linee guida che i vescovi tedeschi hanno approvato di recente. Inoltre l'arcidiocesi vuole spiegazioni su come sono stati trattati i religiosi sospettati e se essi sono stati mantenuti in servizio a contatto con dei minori.
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