Iran, a processo 16 esponenti dell'opposizione
Arrestati dopo le proteste del dicembre scorso
TEHERAN - L'Iran ha messo a processo oggi 16 esponenti dell'opposizione arrestati durante le manifestazioni del dicembre scorso contro il governo. Secondo quanto scrive l'agenzia Iran i 16 sono accusati di tumulto e cospirazione contro le autorità. Cinque degli accusati, tra cui due donne, sono anche accusati di «moharebeh,» - in pratica di blasfemia - un reato che potrebbe anche costargli la condanna a morte.
Tutti gli imputati furono arrestati il 27 dicembre scorso nelle dure manifestazioni di piazza che videro cadere uccise almeno 8 persone e in cui furono arrestate centinaia di manifestanti.
L'Irna cita anche uno dei magistrati, identificato solo col cognome, Farahani. Secondo il giudice alcuni degli imputati avrebbero confessato di essere colpevoli di spionaggio e di aver cospirato per realizzare attentati ai danni di proprietà pubbliche e private.
Il processo è chiuso alla stampa straniera e tutti gli imputati, come i loro legali, sono stati diffidati dall'avere alcun contatto con i media stranieri.
Quello che si apre oggi è solo uno dei tanti processi contro l'opposizione succedutisi dopo le elezioni di giugno. In questi mesi molti politici di spicco dell'opposizione sono stati condannati a pene detentive. Tra loro l'ex vicepresidente Mohammad Ali Abtahi, un ex portavoce del governo, Abdollah Ramezanzadeh e il leader del maggior partito riformista, Il fronte islamico di partecipazione, Mohsen Mirdamadi. Condanne anche per tre cittadini stranieri: lo studioso iraniano-americano Kian Tajbakhsh, il giornalista di Newsweek Maziar Bahari, cittadino canadese e iraniano, e una studentessa francese, la 24enne Clotilde Reiss .
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