Teheran: ucciso fisico nucleare. E' giallo
L'uomo è stato assassinato facendo esplodere una motobomba controllata a distanza
TEHERAN - Un famoso scienziato nucleare iraniano è rimasto ucciso nell'esplosione di una bomba a Teheran, un attentato che la Repubblica islamica - sotto pressione della comunità internazionale per la sua politica nucleare - ha attribuito a Israele e Stati Uniti. I siti dell'opposizione iraniana hanno però insistito oggi sul fatto che lo scienziato, Massoud Ali Mohammadi, era simpatizzante del leader moderato Mir Hossein Mousavi.
L'Iran è sotto la minaccia di nuove sanzioni internazionali per la sua politica nucleare, che gli occidentali temono sia mirata a dotare la Repubblica islamica di un'arma nucleare. Teheran ha già accusato a dicembre Stati Uniti e Israele di avere rapito un altro fisico nucleare, Shahram Amiri, scomparso lo scorso maggio in Arabia Saudita.
Mohammadi, 50 anni, professore di fisica nucleare all'università di Teheran, è morto stamattina nella deflagrazione di una moto-bomba, azionata a distanza, mentre usciva di casa. «I primi elementi dell'inchiesta mostrano i segni dell'azione malefica del triangolo formato da 'Stati Uniti, regime sionista e i loro mercenari'», ha dichiarato poco dopo il portavoce del ministero degli Esteri, Ramin Mehmanparast. «Queste azioni terroristiche e l'eliminazione di scienziati nucleari del Paese certamente non fermeranno il programma nucleare dell'Iran, al contrario lo faranno accelerare», ha aggiunto.
Il professore era specialista in fisica delle particelle, secondo uno dei suoi studenti citato dall'agenzia Fars. Aveva lavorato con i Guardiani della rivoluzione, i pasdaran, in occasione della guerra tra Iran e Iraq (1980-88).
Secondo un vicino della vittima, l'esplosione è stata «molto potente»; altre due persone sono state leggermente ferite. Al Alam ha affermato che Mohammadi era un «professore 'hezbollah'», termine che indica una persona impegnata a favore del potere.
Molti siti dell'opposizione hanno però evidenziato che lo scienziato, in occasione delle elezioni presidenziali di giugno, aveva firmato una petizione di docenti universitari a favore di Mir Hossein Mousavi, rivale sconfitto del presidente Mahmoud Ahmadinejad, del quale è diventato il principale oppositore.
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