24 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Europa. Francia

Jean in carriera: 8mila firme contro figlio di Sarkozy

Nel paese è scandalo per la nomina annunciata a capo dell'EPAD, la gestione del quartiere d'affari Defense

PARIGI - Oltre ottomila firme raccolte «contro» da giovedì, e una levata di scudi da parte di tutta l'opposizione: in Francia è scandalo per la nomina annunciata del giovanissimo Jean Sarkozy a capo dell'EPAD, l'organo pubblico che gestisce il grande quartiere d'affari della Defense alla periferia di Parigi. Sarkozy, secondogenito del presidente della Repubblica, ha appena 23 anni e scarsissima esperienza. Però si è fatto i denti come consigliere comunale di Neuilly sur Seine, il ricco quartiere roccaforte del papà, limitrofo alla Defense. Insomma, conosce il territorio.

E' solo al secondo anno di università (in giurisprudenza). E' già un uomo però: si è sposato. Con un'ereditiera, figlia del patron dell'enorme gruppo di distribuzione Darty. Somigliante assai al padre, ma biondo, Jean Sarkozy è capogruppo della maggioranza di destra al Consiglio Generale del dipartimento Hauts de Seine, dove si trova appunto la Defense. Il quartiere, frutto dei 'grandi lavori' dell'ex presidente Francois Mitterrand, è conosciuto per l'enorme Arca bianca, situata sulla stessa direttrice dell'Arco di Trionfo e degli Champs Elysées.

Ma soprattutto, Sarkozy «è figlio». Fioccano le accuse di nepotismo. Per il leader centrista Francois Bayrou, già avversario di Sarkozy alle presidenziali, è una vicenda che «ricorda l'impero romano». Il partito socialista si scatena e i suoi leader accusano il presidente di violare l'etica meritocratica della Repubblica. «Se Jean Sarkozy non portasse il nome che porta, sarebbe dove è adesso?» si è chiesta retoricamente ieri sera in tv Segolene Royal, altra candidata presidenziale del 2007. «Dovrebbe essere una nomina diretta, in un dipartimento complesso con grosse sfide finanziarie, diventa una faccenda politica» ha detto stamane l'ex segretario socialista Francois Hollande.

La zona è di casa per i Sarkozy. Non solo il presidente è stato eletto a Neuilly sur Seine per molti anni, ma lui stesso è stato a capo dell'EPAD dall'aprile 2005 al dicembre 2006. Il ricco posto promesso a Sarkozy gli capita per le mani quasi per caso. A capo dell'EPAD (Etablissement public pour l'Amenagement de la region de la Defense) dovrebbe essere il presidente del Dipartimento Hauts de Seine, Patrick Devedjian, che però ha superato i limiti di età.

A destra, c'è chi difende il presidente - fra i suoi fedelissimi - e chi si indigna. Fanno quadrato i sarkozisty convinti, cercando forza in uno sfoggio di arroganza. Il deputato Patrick Balkany, vicino al clan Sarkozy, non ci trova nulla di strano: «forse ha ancora più talento che il padre alla sua età» dice del giovane Jean. Xavier Bertrand, segretario generale dell'Ump, il partito del presidente, ha detto al quotidiano Le Parisien: «Ma cosa si vuole? Bisogna condannarlo all'esilio perché si chiama Jean Sarkozy? I primi passi di Jean si devono a una cosa sola: l'elezione».

Ma Jean Louis Debré, già presidente dell'Assemblea Nazionale, oggi presidente del Consiglio Costituzionale, anche lui conservatore, non fa mistero di indignarsi. Figlio dell'ex primo ministro Michel Debré, rifiuta i parallelismi: «Non mescoliamo le carte! Io ero magistrato. Quando ho voluto fare politica, mi sono presentato in un collegio in mano agli avversari. Ho conquistato un dipartimento che era in mano agli avversari. Non era il collegio elettorale di mio padre!». E quanto al giovane Sarkozy, assicura che non giudica. «Ognuno si comporta in funzione della propria coscienza e della propria personalità».

Sulla personalità di Sarkozy padre e figlio si dibatte su internet. La promozione del giovane provoca commenti infiniti. La Defense concentra 200mila posti di lavoro e oltre 3 milioni di metri quadri di uffici, fra cui le sedi dei più grandi gruppi francesi dalla Total alla Société Générale.

Sempre su internet è partita la raccolta di firma contro Sarkozy junior: l'ha varata Christophe Grébert, deputato centrista, che invita il rampollo a «finire gli studi e fae qualche stage in impresa».