San Suu Kyi condannata a 18 mesi di arresti domiciliari
Sette anni di lavori forzati per l'americano che andò a casa sua
RANGOON - La leader dell'opposizione democratica birmana, Aung San Suu Kyi, è stata condannata ad altri 18 mesi di arresti domiciliari per aver violato i termini della sua detenzione, quando lo scorso maggio un cittadino americano si introdusse nella sua abitazione. La corte ha condannato lo statunitense John Yettaw a sette anni di lavori forzati.
Secondo il regime, la 63enne numero uno della Lnd, la Lega Nazionale per la Democrazia, ha infranto i termini sulla base dei quali le erano stati concessi gli arresti domiciliarilo ospitando l'uomo per due notti a casa propria. Entrambi sono così stati arrestati. Da allora Yettaw, che soffre di diabete, è dovuto essere più volte ricoverato in ospedale, l’ultima una settimana fa, in preda a convulsioni di tipo epilettico; ieri comunque era stato dimesso e tradotto nuovamente in carcere.
Poco prima dell'inizio dell'udienza, le autorità birmane hanno autorizzato i giornalisti a partecipare alla lettura del verdetto del processo. Inversione di tendenza rispetto al passato: fino ad oggi, infatti, le sedute iniziate il 18 maggio nel centro di detenzione di Insein, si sono tenute per lo più a porte chiuse.
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