26 aprile 2024
Aggiornato 01:00

Brown: dopo disastro elezioni forse lunedì resa dei conti

Ribelli Labour raccolgono firme per cambio leadership

LONDRA - Il rimpasto di governo potrebbe non essere sufficiente a salvare Gordon Brown: il previsto disastro elettorale laburista alle europee - oltre quello già confermato alla amministrative - potrebbe portare già lunedì alla presentazione di una mozione per un cambio della guardia alla guida del Labour e quindi di Downing Street.

Per poter procedere ad una candidatura alternativa servono le firme di almeno 70 deputati laburisti, obbiettivo che i «ribelli» giudicano perfettamente raggiungibile: senza contare che sempre per lunedì è prevista una riunione del gruppo parlamentare del Labour, che potrebbe dare luce verde all'operazione.

Downing Street peraltro non sta a guardare: ai deputati «sleali» è stata minacciata la visita di un Ministro nelle loro circoscrizioni, evento che quando accade in campagna elettorale può - in caso di maggioranze poco solide - significare una mancata rielezione.

Anche nelle ore precedenti al rimpasto non è cessata l'emorragia nell'esecutivo, che negli ultimi quattro giorni ha perso sette fra Ministri e sottosegretari, rendendo un «re-shuffling» inevitabile: l'addio più polemico è stato quello di Caroline Flint, ministro per l'Europa, che ha accusato il premier di utlizzare lei e le altre ministre come «figura ornamentale» e di guidare un «governo a due livelli», un «circolo degli intimi» e il resto dell'esecutivo.

Solo il giorno prima Flint si era schierata pubblicamente con Brown dopo che un altro dimissionario, il titolare del Lavoro James Purnell, gli aveva chiesto di farsi da parte per il bene del partito. Il premier da parte sua ha risposto con una cortese lettera di ringraziamento per i servigi resi all'esecutivo, chiudendo con uno «spero che prima che passi molto tempo tu possa tornare a far parte del governo» che visti i sondaggi sa più di ironia che di affetto.

Di fronte all'esodo di nemici e alleati (complice anche lo scandalo dei rimborsi ai parlamentari), alla resa dei conti Brown - che già aveva in mente un rimpasto da parecchio tempo - si è trovato a dover confermare Ministri dei quali aveva invece previsto la rimozione, come il titolare delle Finanze Alistair Darling e il capo della diplomazia David Miliband (uno dei principali «blairiti«), e a promuovere pericolosi rivali come Alan Johnson (ministro degli Interni) e Peter Mandelson (di fatto vicepremier).