19 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Criptovalute

Come il punto di vista dell'Italia sulle criptovalute differisce da quello di altri quadri normativi europei

L’Europa finalmente le riconosce in maniera ufficiale tramite una direttiva europea, anche se rimane una sorta di attesa e lentezza a regolarle come legittime a livello finanziario

Come il punto di vista dell'Italia sulle criptovalute differisce da quello di altri quadri normativi europei
Come il punto di vista dell'Italia sulle criptovalute differisce da quello di altri quadri normativi europei Foto: WorldSpectrum Pixabay

Ormai da tempo, a seguito del successo riscosso, le valute virtuali sono diventate materia di discussioni e di studio per un inquadramento normativo. L’Europa finalmente le riconosce in maniera ufficiale tramite una direttiva europea, anche se rimane una sorta di attesa e lentezza a regolarle come legittime a livello finanziario. A Bitcoin, ad esempio, ogni organismo di regolamentazione di tutto il pianeta ha dato una propria classificazione, dettata dal personale punto di vista di definizione di valuta virtuale.

La nascita e la filosofia delle criptomonete

La criptovaluta nasce come mezzo di scambio digitale, tramite la crittografia, che crea nuove monete e che rende le transazioni e i pagamenti sicuri tra persone che non si conoscono. Utilizza un sistema di sicurezza informatica definito blockchain, o detto anche catena di blocchi, tramite lo scambio di informazioni internet con il sistema peer to peer, che può quindi garantire l'immutabilità e la falsificazione dei dati.

L'esempio più noto è il celebre Bitcoin, creato nel 2008 dalla mente di una persona dall'identità sconosciuta, chiamata con lo pseudonimo Nakamoto, che è diventato in poco tempo la criptovaluta più famosa al mondo. Questa tecnologia applicata alle transazioni finanziarie permette di salvaguardare l'anonimato, senza l'esistenza di un'autorità centrale, e mira a rendere le operazioni trasparenti e sicure da truffe.

Un'innovazione dal successo sorprendente che ha avuto uno sviluppo significativo nel corso del tempo, fino a raggiungere un valore di mercato di 110 miliardi di dollari dopo dieci anni dal lancio della prima criptomoneta. Nonostante non siano mancati diversi momenti di crolli e di criticità.

L’andamento delle criptovalute nel tempo

Il mercato delle criptovalute ha subito degli sbalzi nel suo decorso storico. E la volatilità delle monete digitali è uno dei principali motivi imputabili, a cui si aggiungono tra gli altri, i tentativi di attacchi hacker, il problema dell'inquinamento ambientale o le minacce da varie parti di sospendere le criptovalute come metodo di pagamento. Il primo recente e significativo collasso delle valute digitali è avvenuto ad aprile del 2021, con una perdita di circa il 50%, precedente ad altri crolli passati, tra i quali il più evidente è stato di circa -87% tra novembre 2013 e gennaio 2014.

Maxim Manturov, Responsabile della Consulenza sugli Investimenti presso Freedom Finance Europe, afferma che: «i principali fattori che hanno influenzato il calo delle criptovalute sono stati, in primo luogo, le voci di un inasprimento della politica monetaria da parte della Fed a fine 2021 e il rialzo dei tassi del 4 maggio di 50 bps per la prima volta dal 2000 allo 0,75-1%, iniziando a esercitare pressioni sul mercato del settore IT. Anche il mercato delle criptovalute ha cominciato a reagire, con bitcoin che il 12 maggio è sceso sotto i 27.000 dollari, raggiungendo il suo livello più basso dall'autunno 2020. Le criptovalute stanno crollando a causa di una svendita nel settore IT statunitense derivata dell'elevata correlazione tra tecnologia blockchain e high-tech».

Le normative italiane e europee sulle valute digitali

I bitcoin e i suoi fratelli sono considerati da innumerevoli persone in tutto il mondo. Ormai vengono ufficialmente riconosciuti e scambiati in alcuni enti ufficiali. In Italia, perfino in alcuni bar è possibile usare le valute digitali.

Ci sono però dei limiti e delle discussioni legate al sistema delle criptovalute che principalmente riguardano gli aspetti del monitoraggio e la tassazione fiscale, e dei costi ambientali. Infatti, per processare i dati delle operazioni di queste monete, sempre più consistenti e attive sui mercati, occorrono potenti computer che divorano energia. Negli ultimi anni, le spese per produrre moneta digitale sono drasticamente aumentate, provocando delle catastrofi naturali che hanno scatenato focose polemiche.

In Europa c'è una divisione di correnti tra chi propende per incentivare la tassazione per evitare frodi e speculazioni, come ad esempio la Francia. Oppure, c’è chi tende a liberalizzare e propone regimi fiscali più agevolati, con l'intento di portare più capitali nelle tasche dello Stato, ad esempio la Germania, il Portogallo o Malta.

In Italia, per le disposizioni fiscali in ambito di valute digitali è stato presentato un disegno di legge al Senato lo scorso 30 marzo. Fiscalmente, le criptovalute sono sempre state considerate come valute estere. Nonostante le diatribe con i suoi sostenitori che dichiarano che non possano essere comparate a delle monete in quanto non hanno lo status giuridico, quindi un corso legale, e non abbiano per loro intrinseca natura alcuna territorialità. L'intento è quello di superare i limiti attuali, che vanno spesso a interpretazioni, senza però ribaltare lo stesso panorama, cercando di fare chiarezza.

Il presente e il futuro delle criptovalute

L'inquadramento giuridico potrebbe essere un passo avanti verso un effetto trainante e propulsore alla propagazione delle monete virtuali. Nonostante l'andamento un po' dondolante che arriva fino ai giorni odierni, dopo la pandemia e con l’attuale guerra in corso tra la Russia e l'Ucraina, le criptovalute si sono dimostrate abbastanza solide, almeno le più importanti. Nella nostra nazione potrebbero essere paragonabili a possibili beni rifugio che possono offrire occasioni interessanti. L’importante è sempre seguire le giuste strategie finanziarie, prima fra tutte la diversificazione del portafoglio, una maniera per proteggersi dai rischi di perdite del proprio capitale.