Eurolandia vicina allo stallo, crollo record del manifatturiero in Germania
La tendenza che desta ulteriori preoccupazioni è l'allargamento del malessere ai servizi, il cui tasso di crescita ha segnato uno dei valori più deboli dal 2014
MILANO (ASKANEWS) - Nuovo e netto peggioramento a settembre della dinamica di crescita economica nell'area euro, che secondo una indagine condotta presso le imprese è ormai vicina allo stallo, zavorrata soprattutto da una caduta del manifatturiero. L'indice composito sui direttori degli approvvigionamenti delle aziende, il Purchasing managers index elaborato dalla società di ricerche Ihs Markit e relativo all'insieme di industria e terziario, è calato a 50,4 punti, dai 51,9 punti di agosto, segnando il valore più basso dal giugno del 2013. In queste indagini i 50 punti sono la soglia limite tra calo e crescita dell'attività, e se sul terziario l'indicatore resta superiore a questa soglia, ma in calo a 52 punti (minimo da 8 mesi) dai 53,5 di agosto, sul manifatturiero invece ormai è sceso fino a quota 46 punti, secondo Markit è il minimo da 81 mesi, dopo 47,9 punti di agosto.
Crollo record del manifatturiero in Germania
A zavorrare il dato di tutta l'area è il crollo record del manifatturiero in Germania, che a 41,4 punti a settembre ha mostrato la contrazione più marcata da metà 2009, quando si era nel pieno della recessione causata dalla crisi finanziaria globale. Secondo Markit, gli altri indici suggeriscono che a breve termine ci sarà un'altra contrazione, dato un calo record in sette anni dei nuovi ordini e il minore livello di crescita occupazionale in sei anni, vicino alla stagnazione. Meno drastica la situazione in Francia dove comune le dinamiche della produzione e dei nuovi ordini sono scese ai minimi in quattro mesi, mentre l'espansione del settore terziario è scesa al valore più debole da maggio. E secondo l'indagine anche nel resto dell'eurozona la crescita si è indebolita, segnando i minimi da novembre 2013.
Economia vicina allo stallo
«L'economia dell'eurozona è vicina allo stallo, con l'inasprimento della contrazione manifatturiera che mostra mostra di allargarsi sempre di più al settore dei servizi», ha avvertito il capo economista di Markit, Chris Williamson. I valori dell'indice Pmi dovrebbero corrispondere a una crescita del Pil nel terzo trimestre di appena lo 0,1 per cento, dai tre mesi precedenti. «Il settore industriale va di male in peggio, soffrendo la contrazione maggiore dal 2012. Detto ciò, la tendenza che desta ulteriori preoccupazioni è l'allargamento del malessere al settore dei servizi, il cui tasso di crescita ha segnato uno dei valori più deboli dal 2014. L'indagine ci suggerisce quanto siano incombenti i rischi di una contrazione dell'economia nei prossimi mesi. Inoltre, è stato riportato un ridimensionamento delle assunzioni. Con dati come questi - conclude Williamson - aumenteranno le pressioni sulla Bce per aggiungere ulteriori stimoli a quelli appena varati».
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