18 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Manovra finanziaria

Fmi e Merkel insieme appassionatamente: i rischi per l'Italia se la manovra non cambia

L’Italia si assume “consistenti rischi” a procedere con una manovra espansiva in questa fase, che la lascerebbe “molto vulnerabile” a eventuali shock, attacca l'Fmi. E Merkel rincara la dose

ROMA - L’Italia si assume «consistenti rischi» a procedere con una manovra espansiva in questa fase, che la lascerebbe «molto vulnerabile» a eventuali shock. Il Fondo monetario internazionale, nel rapporto stilato dai suoi ispettori al termine della missione annuale in Italia, ancora una volta scende in campo per mettere in guardia il governo giallo-verde. «La materializzazione di shock negativi anche modesti – si legge – come un rallentamento della crescita o l’aumento degli spread, farebbe aumentare il debito e aggraverebbe il rischio che l’Italia si ritrovi costretta a dover fare una manovra restrittiva mentre l’economia si sta indebolendo». Poi, l'esplicita raccomandazione degli ispettori del Fmi: «Raccomandiamo invece di portare avanti un moderato e graduale risanamento delle finanze pubbliche, per aiutare e mettere il debito su una traiettoria discendente e ridurre i rischi finanziari».

"Impatto incerto»
Gli stimoli previsti dalla manovra avranno un «impatto incerto» sulla crescita dei prossimi due anni, proseguono con evidente tensione, e «un effetto probabilmente negativo sul medio termine», dato che l’effetto di spinta derivante dalle misure espansive verrebbe, sempre secondo loro, frenato dalle ricadute nell’economia reale del rialzo degli spread sui titoli di Stato, se restasse ai livelli attuali. Il Fmi prevede una crescita del Pil all’1 per cento in Italia sia sul 2019 che sul 2020, più bassa delle stime di governo (1,5%) e Commissione europea (1,2%), che riguardo al 2019 è analoga a indicata nel World Economic Outlook dello scorso ottobre. L’istituzione di Washington ha invece rivisto al rialzo le previsioni sul deficit italiano, al 2,75 per cento del Pil sul 2019 e poi al 2,8-2,9 per cento sul 2020-2021, salvo l’attivazione delle clausole di salvaguardia. Il debito è atteso «attorno al 130 per cento» del Pil sul prossimo triennio.

Reddito di cittadinanza e superamento della Fornero non vanno giù
Christine Lagarde e i suoi lanciano anche una "fatwa» contro i possibili effetti negativi delle due misure chiave previste dalla manovra, reddito di cittadinanza e superamento della riforma Fornero sulle pensioni. Sul primo punto, l’istituzione riconosce la necessità di «un moderno schema di reddito garantito mirato sui poveri», che tuttavia «eviti la dipendenza dal welfare» e non finisca per «disincentivare il lavoro». In quest’ottica, posto che i dettagli del reddito di cittadinanza non sono stati ancora definiti, «raccomandiamo di prevedere dei sussidi che non distorcano l’incentivo a cercare un lavoro regolare». In base alle best practices internazionali si suggerisce di porre un tetto al sussidio al 40-70% del livello di povertà relativa, prevedere meccanismi che incentivino al rientro sul lavoro e sottoporre le misure a «controlli adeguati». Il tutto andrebbe poi inserito in uno schema di welfare modernizzato. Sulle pensioni, il Fmi ricorda che l’Italia ha effettuato «riforme importanti», in particolare quella del 2011 (la Riforma Fornero) su cui ora «le autorità stanno considerando cambiamenti, in particolare sull’età di pensionamento». Sulla base delle evidenze che si sono viste nei vari Paesi però «è improbabile che l’ondata di pensionamenti poterebbe alla creazione di altrettanti occupati tra i giovani», affermano gli ispettori. E le autorità «dovrebbero tenere presente che a politiche invariate l’Italia fronteggerà notevoli pressioni sulla spesa pensionistica nei prossimi 2-3 decenni».

Anche Merkel contro l'Italia
Ma non c'è solo il Fmi oggi in scena contro l'esecutivo pentaleghista. C'è anche la Cancelliera tedesca Angela Merkel in persona, che nel suo discorso davanti alla plenaria del Parlamento europeo questo pomeriggio a Strasburgo avverte: «L’Europa non può funzionare come comunità di diritto se lo stesso diritto non vale ovunque allo stesso modo. Quelli che pensano di poter risolvere i propri problemi da soli creando nuovo debito mettono in causa la forza e la stabilità dell’Europa, perché la nostra moneta comune può funzionare solo se ciascuno dei suoi membri si assume la propria responsabilità a favore di una politica finanziaria sostenibile nel proprio Paese».