Così anche Moody's ci punisce, e chiama in causa Mattarella
Moody’s prepara la bocciatura per l'Italia: dubbi sulle proposte in contratto. Come verranno finanziate? Focus su debito e deficit

NEW YORK - Mentre i mercati puniscono l’incertezza politica italiana, Moody’s ha lanciato un avvertimento. L’agenzia di rating ha messo sotto osservazione con implicazioni negative il rating del nostro Paese, pari a Baa2. Sono due i motivi principali che hanno portato a questa scelta. Il primo è «il rischio significativo di un indebolimento notevole della forza fiscale dell’Italia, visti i piani fiscali della nuova coalizione di governo». Il secondo è il «rischio che gli sforzi a favore delle riforme strutturali subiscano una battuta di arresto e che le riforme passate come quella delle pensioni adottata nel 2011 siano ribaltate». L’agenzia di rating si prende il tempo di analizzare l’impatto delle politiche economiche e fiscali contenute nel «contratto» messo a punto dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega. Moody’s ha spiegato che presterà particolare attenzione alla rotta del debito e del deficit negli anni a venire. Per Moody’s, il contratto «include politiche fiscali e voci di spesa potenzialmente costose, senza proposte chiare su come finanziarle». Per questo il gruppo punta a ottenere «più chiarezza sui piani del nuovo governo», soprattutto sulla flat tax e sul reddito di cittadinanza e le loro «potenziali» fonti di finanziamento e la tempistica di adozione.
L'IVA deve aumentare
Come Fitch, anche Moody’s ha fatto notare che alcune delle proposte iniziali sono state modificate o abbandonate ma nonostante questo quelle messe nero su bianco nel contratto «porteranno comunque a una posizione fiscale più debole, non più forte». Fino ad ora l’agenzia di rating aveva messo in conto per l’Italia una riduzione graduale del deficit negli anni a venire, cosa che avrebbe consentito un declino «molto graduale» del rapporto tra debito e Pil. Ma senza fare scattare il previsto aumento dell’Iva il prossimo anno, «che garantirebbe entrate aggiuntive pari allo 0,7% del Pil, il deficit di bilancio rischia di salire andando a ledere la riduzione del debito pubblico molto alto e superiore al 130% del Pil» minaccia l'agenzia.
Legge Fornero al centro
Insomma, per l’Italia, senza grandi sorprese in verità (ci aspettavamo anche Moody's dopo gli altri) una bocciatura è garantita se il piano di riforme non continuerà e se, anzi, verrà smantellato. Anche su questo Moody’s chiede chiarezza. Sulla riforma Fornero, l’agenzia non ha dubbi: «Una reduzione generalizzata dell’età pensionabile avrà un impatto notevole sulla sostenibilità del sistema pensionistico». L’Italia – ha fatto notare l’agenzia – «già spende quasi il 16% del Pil in pensioni, uno dei ratio più alti nelle economie avanzate». Piuttosto che tagliare l’età pensionabile, «in Italia probabilmente serviranno misure addizionali per mantenere le spese pensionistiche a un ratio stabile».
Chiama in causa Mattarella
Ricordando che la nostra è la terza maggiore economia dell’Eurozona, Moody’s ne ha elencati i punti di forza: «Si sta riprendendo dopo un lungo periodo di crescita molto bassa», «esportazioni e settore manifatturiero hanno vissuto una ripresa solida negli ultimi trimestri», le famiglie hanno un patrimonio «significativo» e «alti» tassi di risparmi, «un cuscinetto protettivo importante in casi di stress». E poi l'agenzia fa riferimento al ruolo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Ha un potere significativo nel garantire che il governo italiano oneri i suoi impegni internazionali inclusi quelli relativi all’adesione come membro dell’Eurozona». Per questo, nonostante la flat tax, il reddito di cittadinanza e varie voci di spesa «gettino ulteriori dubbi sulla volontà e la capacità dell’Italia di onorare i suoi obblighi» fiscali con la Ue, il rischio di esiti ancora più negativi sul credito, come l’uscita dall’Area euro, restano molto bassi». Anche il rischio di una crisi di liquidità nel nostro Paese è visto come basso.
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