19 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Lavoro

Lavoro da morire: un minore su 15 in Italia lavora, e sono ancora troppe le vittime

In Italia sono circa 260mila i ragazzi e le ragazze fra i 7 e i 15 anni che lavorano, pari al 7% della popolazione in questa fascia di età

Un volantino contro le morti sul lavoro
Un volantino contro le morti sul lavoro Foto: ANSA / CIRO FUSCO ANSA

ROMA - Secondo il Rapporto di Save the children "Lavori ingiusti", in Italia sono circa 260mila i ragazzi e le ragazze fra i 7 e i 15 anni che lavorano, pari al 7% della popolazione in questa fascia di età; in pratica un minore su 15 si guadagna da vivere con le proprie mani. E ogni anno, secondo l'Inail, nel nostro Paese sono circa 6mila i minori infortunati sul lavoro. Lo ricorda l'Anmil in occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, promossa dall'Ilo (Organizzazione Internazionale del Lavoro). I minori italiani lavorano soprattutto nella Ristorazione (18,7%) come baristi, camerieri, aiuti cuoco o nei panifici; nel Commercio (14,7%) come commessi di negozi o ambulanti; in Agricoltura (13,6%) come braccianti o aiutanti in allevamenti. Ci sono poi minori che lavorano come meccanici, parrucchieri (8,9%), babysitter (4%) o nei cantieri (1,5%). I minori italiani lavorano soprattutto per aiutare le famiglie (nel 40% dei casi), molti (1 su 2) lo fanno anche per avere soldi propri o solo perché gli piace (26%). Solo l'11% dei minori ritiene pericoloso il lavoro che svolge.

Chi si fa male di più
In Italia ogni anno sono circa 6mila i minori infortunati sul lavoro rilevati ufficialmente dall'Inail; di questi 3.800 sono maschi (pari al 63% del totale) e 2.200 femmine (37% del totale). Nella stragrande maggioranza dei minori infortunati, si tratta di apprendisti (artigiani e non) di 16 o 17 anni operanti nell' Industria manifatturiera, Ristorazione, Commercio, Agricoltura e Costruzioni. Le regioni in cui si verifica il maggior numero di infortuni minorili sono al Nord, in particolare Lombardia (18,3% del totale nazionale), Veneto (10,6%), Piemonte (6,9%) ed Emilia Romagna (4,9%). I minori stranieri che lavorano in Italia e si sono infortunati nel 2013 sono circa 500, pari all'8% dei minori infortunati; per il 70% sono maschi e il 30% femmine. Le comunità di minori stranieri più colpite da infortuni sono Albania (12,3% dei minori stranieri infortunati), Marocco (11,4%) e Romania (11,2%). Una situazione inaccettabile tanto più perché i dati relativi ai minori infortunati si riferiscono ai soli casi ufficiali denunciati all'Inail per lavoratori regolari (16-17enni); "c'é da ritenere che nelle aree del lavoro irregolare esistano consistenti situazioni di evasione e sotto denuncia che rendono sottostimate le statistiche ufficiali", conclude l'Anmil.

Si muore sempre di più
In generale, anche le morti sul lavoro sono in aumento: in crescita nei primi tre mesi dell'anno. Secondo i dati elaborati dall'Inail, tra gennaio e marzo denunciate 22 morti sul lavoro in più rispetto ai primi tre mesi del 2017, da 190 a 212 (+11,6%). L'aumento è legato ai casi avvenuti in itinere, ovvero nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il posto di lavoro, che sono aumentati di 24 unità (da 43 a 67), mentre quelli occorsi in occasione di lavoro sono stati due in meno (da 147 a 145). L'analisi territoriale evidenzia un incremento di 19 casi mortali nel Nord-Ovest, di 10 casi nel Nord-Est e di sette casi al Centro. Diminuzioni si riscontrano, invece, al Sud (-9 decessi) e nelle Isole (-5). A livello regionale, spiccano le 15 denunce in meno (da 19 a 4) dell'Abruzzo, teatro nel gennaio 2017 delle tragedie di Rigopiano e Campo Felice, e i sei casi mortali in meno in Sicilia (da 18 a 12) e Toscana (da 15 a 9). Aumenti si registrano, invece, in Lombardia (da 25 a 39), Piemonte (da 12 a 21) e Lazio (da 11 a 21). 

Malattie
Dopo la diminuzione registrata nel corso di tutto il 2017, in controtendenza rispetto al costante aumento degli anni precedenti, nei primi tre mesi del 2018 le denunce di malattia professionale protocollate dall'Inail sono tornate ad aumentare. L'incremento del 14,8% rilevato a gennaio, sceso al +10,3% nel primo bimestre, si è attestato al 31 marzo al +5,8%, pari a 877 casi in più rispetto allo stesso periodo del 2017 (da 15.247 a 16.124). L'aumento interessa tutti i comparti: nell'Industria e servizi le denunce di malattia professionale sono aumentate del 4,3% (da 12.217 a 12.746), in Agricoltura del 10,6% (da 2.874 a 3.179) e nel Conto Stato del 27,6% (da 156 a 199). L'analisi territoriale evidenzia un incremento delle tecnopatie denunciate al Sud (+515 casi), dove si concentra un quarto del totale dei casi protocollati dall'Istituto, al Centro (+270), dove i casi denunciati sono un terzo del totale, nel Nord-Ovest (+168) e nel Nord-Est (+10). Le Isole, in controtendenza, mostrano un calo di 86 casi.

Torino maglia nera
Con 31 morti nel 2017 Torino è tra le prime cinque province più colpite dagli incidenti sul lavoro. In Italia nel 2017 hanno perso la vita 1029 lavoratori. Lo sottolinea la Cisl che proprio a Torino il 28 aprile per la Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro l'INAS esporrà, di fronte alla propria sede di via Madama Cristina 50, una installazione temporanea in memoria delle vittime. "Il tema della sicurezza sul lavoro - spiegano le responsabili regionale e territoriale di Inas Cisl, Donatella Piazzale e Mimma Cetani - è argomento di fondamentale importanza per la Cisl e l'Inas, impegnate da sempre nella sensibilizzazione dei delegati sindacali che operano nelle diverse unità produttive di tutto il territorio. È sempre più importante creare una rete efficace tra operatori, delegati e patronato per svolgere un'azione di tutela e costruire un rapporto fiduciario con i lavoratori e le loro famiglie" .