20 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Lavoro

Censis 2017: più lavoro (precario) per i giovani, e la disoccupazione resta sempre troppo alta

Il Censis sottolinea che oltre 5,1 milioni di giovani sono occupati, ma i senza lavoro sono il 20,8% dei 18-34enni

Il ministro del Lavoro e del Welfare, Giuliano Poletti
Il ministro del Lavoro e del Welfare, Giuliano Poletti Foto: ANSA/FLAVIO LO SCALZO ANSA

ROMA - C'è più lavoro per i giovani, ma per lo più si tratta di lavoro precario e la disoccupazione resta molto elevata. Lo sottolinea il Censis nel 51esimo rapporto sulla situazione sociale del Paese. Secondo il centro studi si consolidano i primi segnali di ripresa per l'occupazione dei giovani, già registrati nel corso del 2016. Nei primi sei mesi di quest'anno gli occupati con un'età compresa tra i 15 e i 34 anni hanno raggiunto 5,108 milioni di unità, con un aumento di 67mila giovani rispetto al primo semestre del 2016. La variazione positiva è stata dell'1,3% e ha portato la quota dell'occupazione giovanile, sul totale delle persone che lavorano, al 22,3%, un punto decimale in più rispetto allo stesso periodo del 2016. E' necessario però sottolineare che nella maggior parte dei casi si tratta di lavoro precario: stage, tirocini o contratti a tempo determinato.

Il tasso di disoccupazione giovanile resta alto
Il tasso di disoccupazione resta ancora però molto alto: il 20,8%, oltre 9 punti in più rispetto al tasso riferito all'intera popolazione in età lavorativa. Il 65,9% dei giovani di 18-34 anni dice di conoscere i voucher per il lavoro accessorio e il 53,6% di essere informato dell'esistenza del lavoro interinale o in somministrazione, ma solo il 48,6% conosce il programma Garanzia Giovani e meno di un terzo ha una reale conoscenza delle politiche attive del lavoro. «Le donne - sottolinea inoltre il Censis - migliorano la loro condizione occupazionale nel corso degli ultimi mesi».

Aumenta l'occupazione delle donne
Tra il primo semestre 2016 e il primo semestre 2017 il successo nella ricerca di un lavoro ha premiato 133mila donne, con un incremento dell'1,4% delle donne occupate a fine periodo. Il tasso di occupazione sale di quasi un punto, due decimali in più rispetto all'aumento del tasso di occupazione maschile. A fronte - secondo il rapporto - di una maggiore partecipazione (il tasso di attività femminile aumenta dello 0,9% tra i due semestri) si estende, seppure di un solo decimo di punto, il numero delle donne in cerca di un impiego, portando il tasso di disoccupazione a crescere di 4 decimi di punto. Nel 1977 il divario tra il tasso di occupazione maschile e quello femminile era pari a 41,4 punti percentuali.

Come cambia il lavoro femminile
Il primo semestre di quest'anno ci consegna un'immagine ancora non positiva, poichè i punti del divario si sono ridotti notevolmente, ma la distanza da colmare è ancora di ben 18 punti. «Il profilo dell'occupazione femminile - aggiunge il centro studi - indica una maggiore propensione a puntare sull'area del lavoro indipendente». Tra il 2015 e il 2016 le donne alla guida di un'impresa sono cresciute del 6,9% e la libera professione ha visto allargarsi la platea femminile del 7,6%. Nello stesso periodo aumenta del 3,6% il numero di donne dirigenti, mentre quello relativo agli uomini mostra il segno negativo (-0,3%), così come risulta in diminuzione dello 0,6% il dato riferito agli uomini nei livelli direttivi e quadri, mentre le donne crescono del 2,1%.