26 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Economia

Storia della consigliera «corrotta» di Padoan che vendeva segreti del Governo a Ernst & Young

Accuse pesanti piovono oggi su S.M., che al Ministero dell'Economia ricopriva da tempo un ruolo centrale per le questioni fiscali

La consigliera di Padoan vendeva informazioni sensibili a Ernst & Young
La consigliera di Padoan vendeva informazioni sensibili a Ernst & Young Foto: Daniel dal Zennaro ANSA

La Consigliera in materia fiscale del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, vendeva informazioni riservate del Governo alla società di consulenza Ernst & Young. Accuse pesanti piovono oggi su S.M., che al Mef ricopriva da tempo un ruolo centrale per le questioni fiscali. Dopo una lunga indagine, infatti, i pm di Milano Palo Filippini e Giovanni Polizzi accusano Ernst & Young (Italia) e il suo rappresentante italiano di aver «corrotto» S.M., alla quale è contestata l'ipotesi di «rivelazione di segreto d'ufficio» e di «false attestazioni sulle qualità personali», per non aver evidenziato l’esistenza di un conflitto di interessi nel momento in cui ha accettato l'incarico al Ministero dell'Economia. S.M. aveva lavorato in passato proprio per il colosso della consulenza legale tributaria Ernst & Young, restando in contatto con la multinazionale. E proprio ad essa avrebbe ceduto informazioni sensibili in cambio di denaro.

La consigliera corrotta del ministro Padoan

Il compito che S.M. avrebbe svolto per Ernst & Young all'interno del Ministero dell'Economia sarebbe stato addirittura duplice. Sulla scorta delle mail sequestrate e delle telefonate intercettate, i pm accusano infatti la consigliera del ministro Padoan non solo di aver rivelato informazioni sensibili violando il segreto d'ufficio, consentendo alla società di consulenza di offrire ai suoi clienti più importanti un'ottimizzazione fiscale unica sul mercato e perfettamente adeguata alle norme in divenire, ma anche di aver cercato di modificare dall'interno la normativa fiscale in favore di Ernst & Young e dei suoi clienti sfruttando il suo coinvolgimento nella segreteria tecnica del Ministero dell'Economia.

Il doppio ruolo al Mef

Quando S.M. è arrivata al Mef, nell'agosto del 2013, ha dichiarato ufficialmente di non trovarsi in conflitto di interessi - «neppure potenziale» - per lo svolgimento del suo nuovo incarico. Ma nel frattempo avrebbe continuato a ricevere denaro da Ernst & Young. Per le sue attività illecite avrebbe incassato circa 220 mila euro. Come riporta il Corriere della Sera, la società è a sua volta indagata - in base alla legge 231/2001 sulla responsabilità degli enti per i reati commessi dai vertici nell’interesse aziendale - per non aver adottato modelli organizzativi efficaci e idonei a «evitare che il suo senior partner commettesse corruzione nell’interesse e a vantaggio dell’associazione professionale» Ernst & Young. S.M. nel giugno del 2015 era stata anche nominata tra i 5 consiglieri di amministrazione di Equitalia Spa.