«Presi per il Pil», ovvero perché il Pil non basta più e a chi serve davvero
In libreria è possibile trovare "Presi per il PIl" dell'economista Lorenzo Fioramonti. Il prodotto interno lordo, infatti, è un indicatore sempre più messo in discussione

ROMA - Il Pil è un indicatore economico 'potente', ma è sempre più messo in discussione. Fino ad oggi il prodotto interno lordo è stato la misura cardine della crescita economica di un paese e per decenni l'ideologia del Pil ha dominato il dibattito pubblico e quello mediatico. Oltre a determinare le decisioni di politica economica dei governi. La nostra vita è legata a un numero. Che però non basta più per spiegare la realtà nella quale viviamo.
Un termometro che funziona male?
Quando il Pil cresce, tutto va bene. Ma quando va giù, allora tutto è perduto. Questo indicatore che chiamiamo con il nome criptico e misterioso di 'prodotto interno lordo' (Pil) è il termometro della società. E, proprio come quest'ultimo, viene usato per determinare lo stato di salute di un'economia e quali rimedi raccomandare o imporre per guarire il 'paziente'. Cosa succede, però, se il termometro funziona male? Se, invece di misurare la febbre, ce la fa venire?
Perché siamo "presi per il Pil"
Cosa succede se, sulla base di indicazioni erronee, si prescrivono delle cure, magari tossiche, per chi sta bene? E si considera in salute chi, invece, sta male? Le tematiche sono al centro del volume "Presi per il Pil" di Lorenzo Fioramonti - professore ordinario di economia politica e direttore del Centro per lo studio dell'innovazione della governance all'Università di Pretoria, Sudafrica - edito da L'Asino d'Oro edizioni. L'opera - si legge in una nota - ripercorre la storia del Pil, racconta come la sua formula sia stata sviluppata e spiega perché è diventato un numero così potente e popolare.
Le nuove teorie e gli indicatori del benessere
Il libro discute anche gli interessi politici ed economici che hanno sostenuto il potere del Pil e il tipo di società che questo numero ha contribuito a creare. Poi contrasta la storia istituzionale del Pil con le critiche e le alternative elaborate da esperti, attivisti e movimenti della società civile. Negli ultimi tempi, infatti, sempre maggiore attenzione è rivolta ai cosiddetti indicatori del benessere, che possono aiutare gli economisti a scrutare con maggiore attenzione lo stato di salute delle economie dei paesi. Giovedì 30 marzo il libro verrà presentato alla Libreria Feltrinelli di via Appia (ore 18,00) mentre Venerdì 31 marzo è in programma la presentazione alla Università Luiss (Aula Toti - ore 16,00) con l'economista Jean-Paul Fitoussi.
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